Con un comunicato che reca la firma di FBI e Department of Homeland Security gli Stati Uniti puntano il dito contro la Cina affermando di essere in possesso delle prove che dimostrano come gruppi ritenuti vicini a Pechino abbiano tentato di allungare le mani su informazioni e proprietà intellettuali legate alla ricerca scientifica condotta in terra americana sul coronavirus.
Coronavirus e spionaggio: gli USA e la Cina
Secondo l’accusa l’obiettivo sarebbe quello di impossessarsi in modo illegittimo di preziosi dati in merito a vaccini, test per rilevare il contagio e terapie in grado di contrastare i sintomi e le complicanze di COVID-19. Il nome del gruppo di cracker ritenuto responsabile dei tentativi di violazione non è stato citato. Stando a quanto riportato sulle pagine di Reuters, dall’ambasciata cinese di Washington non sono giunte repliche né commenti.
Non è la prima volta che si parla di attacchi informatici finalizzati a sottrarre informazioni legate alla ricerca scientifica e medica sulla patologia che ormai da diversi mesi sta mettendo in ginocchio gran parte del pianeta. Solo pochi giorni fa la stampa d’oltreoceano ha parlato di un’altra operazione messa in campo dall’Iran con una finalità del tutto simile che ha preso di mira la casa farmaceutica statunitense Gilead Sciences, produttrice dell’antivirale Remdesivir impiegato nel trattamento dei pazienti affetti dalla malattia.
A fine marzo, nel culmine della crisi sanitaria, anche i sistemi informatici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono stati presi di mira, per fortuna senza conseguenze.