Dai tribunali americani arrivano nuovi guai legali per Microsoft e Windows 10, un sistema operativo che secondo l’accusa sarebbe “difettato” e avrebbe portato alla distruzione dei dati degli utenti dopo l’upgrade . L’insistenza di Redmond con la sua offerta che non si poteva rifiutare, vale a dire l’installazione del suddetto OS, potrebbe costare molto caro alla corporation dal punto di vista economico e non solo.
Microsoft avrebbe gestito nel peggiore dei modi l’aggiornamento a Windows 10, sostiene l’accusa, senza adoperare la dovuta cura e considerazione nella progettazione, distribuzione e nell’avvisare gli utenti dei rischi. Di conseguenza, un numero piuttosto alto di netizen statunitensi (nell’ordine di centinaia o migliaia) si è trovato alla fine con un sistema non più funzionante.
Dei tre individui che hanno dato il via alla causa , la prima (Stephanie Watson) ha dovuto subire il passaggio a Windows 10 senza aver dato il consenso all’operazione ; alla fine i dati sono stati cancellati, poi parzialmente recuperati dallo staff Geek Squad e la “vittima” sostiene di aver dovuto acquistare un nuovo PC.
Il secondo utente coinvolto (Robert Saiger) dice di aver acconsentito all’upgrade, ma una volta installato il nuovo OS il PC ha smesso di funzionare e i dati sono andati perduti ; infine, la terza vittima (Howard Goldberg) ha ceduto al >nagware di Microsoft installando Windows 10 dopo sei mesi di “inviti” quotidiani e si è ritrovato con un PC non più funzionante e i dati irrecuperabili.
Gli avvocati vogliono trasformare la causa in una class action, e accusano Microsoft di aver gestito un’operazione (l’upgrade forzoso a Windows 10 appunto) che ha portato a un gran numero di casi di malfunzionamento, incompatibilità, perdita di dati (personali o professionali) e addirittura hard disk danneggiati.
Nel rispondere alle accuse, Microsoft ha espresso una prevedibile difesa d’ufficio dell’upgrade gratuito a Windows 10 e della possibilità data agli utenti di passare “alla versione di Windows più sicura e produttiva” che c’è. “I clienti potevano scegliere di non installare l’upgrade” o anche di tornare al loro vecchio sistema nei primi 31 giorni, ha tagliato corto la corporation, quindi la nuova causa non ha ragione d’essere . L’ultima volta che si è trovata costretta ad affrontare i tribunali per le conseguenze dell’aggiornamento a Windows 10, però, Microsoft ha deciso di chiudere la questione con un accomodamento economico di 10.000 dollari.