I lavoratori della Silicon Valley hanno avuto il via libera per portare avanti la causa nei confronti di diverse aziende ITC, accusate di costituire un cartello per controllare gli stipendi , ottenendo lo status di class action.
Si tratta di un caso che ha origine nel 2011, quando cinque programmatori hanno accusato Apple, Google, Adobe Systems, Intel e altre aziende di aver costituito “una rete di accordi diretti ad eliminare la competizione tra loro per i lavoratori qualificati”.
I lavoratori, cresciuti nel frattempo fino a 60mila, si sono battuti strenuamente.
Riconosciuto dal giudice Lucy Koh ( lo stesso del caso Apple-Samsung) che vi sono sufficienti indizi per proseguire il processo, e respinta la richiesta di archiviazione della difesa, i lavoratori stavano cercando di ottenere lo status di class action: a riconoscerglielo è stata infine la Corte d’appello del nono circuito federale.
Le aziende rischiano di dover pagare danni superiori ai 9 miliardi di dollari per la violazione dello Sherman Act e del Clayton Act, dispositivi normativi antitrust degli Stati Uniti.
Claudio Tamburrino