Washington (USA) – La strategia dell’amministrazione Bush contro i pirati multimediali si chiama tolleranza zero e dopo un anno di propaganda, facili trionfalismi e dichiarazioni di guerra , gli Stati Uniti hanno deciso di passare all’azione. Il nome in codice è STOP, Strategy Targeting Organized Piracy , e secondo i portavoce del governo si tratta di un “piano preciso ed articolato per contrastare la contraffazione a tutti i livelli”.
Il procuratore generale Alberto Gonzales del Dipartimento di Giustizia di Washington ha ottenuto l’appoggio della Camera di Commercio per proporre un nuovo pacchetto di leggi mirato a stroncare e criminalizzare qualsiasi violazione della proprietà intellettuale .
Tra le novità più restrittive, prossimamente al vaglio del Parlamento, spunta la penalizzazione di qualsiasi tentativo di violazione della proprietà intellettuale. La cattura dei trasgressori sarà molto più semplice e le norme proposte da Gonzales prevedono maggiori libertà d’azione per le autorità, che potranno agire in qualsiasi momento per bloccare anche traffici presunti di contenuti digitali contraffatti.
La bozza del pacchetto , a differenza di quanto annunciato negli scorsi mesi da numerosi addetti ai lavori, non è una vera riforma delle norme statunitensi sul copyright. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Gonzales, “è il risultato del nostro impegno nel combattere la pirateria facilitando la cattura dei colpevoli”.
La proposta di Gonzales non è ancora giunta in parlamento ma probabilmente vi arriverà nelle prossime settimane. Secondo fonti ufficiali, entro il 2006 il nuovo quadro normativo entrerà in vigore accompagnando un inaudito giro di vite su scala globale .
Tommaso Lombardi