Sul delicato rapporto tra privacy e condivisioni social, un nuovo studio condotto dai ricercatori del progetto Internet & American Life all’osservatorio statunitense Pew Research Center. Solo il 9 per cento dei teenager a stelle e strisce ha mostrato serie preoccupazioni per l’accesso ai propri dati personali da parte di soggetti terzi , che si tratti di aziende o pubblicitari legati ai numerosi ecosistemi del content sharing sulle reti di comunicazione elettronica.
Nell’estate 2012, gli studiosi del Pew Research Center hanno condotto una serie di interviste telefoniche su un campione statistico di oltre 800 ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Gli stessi teenager statunitensi mostrerebbero una tendenza marcata verso la pubblicazione di informazioni e contenuti sulle principali reti sociali , un dato in vistoso aumento rispetto all’ultima edizione dello studio nel 2006.
Negli ultimi sei anni si è infatti passati dal 79 al 91 per cento dei minori che condividono fotografie di se stessi su siti come Facebook, Twitter o Instagram. Il 71 per cento del campione pubblica il nome del proprio istituto scolastico – dal 49 per cento del 2006 – mentre uno degli incrementi percentuali più vistosi (dal 2 al 20 per cento) è stato registrato nel livello di condivisione di numeri cellulari e indirizzi di posta elettronica .
Fortunatamente, il 60 per cento del campione selezionato dai ricercatori statunitensi ha mostrato grandi capacità nell’impostazione delle opzioni di sicurezza dei singoli profili, ovvero gestendo le proprie condivisioni in maniera privata, accessibili solo dagli amici. Solo l’8 per cento dei più giovani utenti di Facebook ha descritto come difficili i controlli offerti dallo stesso sito in blu per la tutela della privacy personale.
Mauro Vecchio