Washington (USA) – Almeno una ventina di siti web del governo degli Stati Uniti stanno utilizzando cookie permanenti per tenere sotto controllo le abitudini dei visitatori telematici. E’ quanto emerge da una indagine condotta da Declan McCullagh , giornalista e direttore del notiziario Politech : la privacy dei cittadini statunitensi, ma non solo, sarebbe a rischio.
I rami istituzionali coinvolti nello scandalo , perché qui si parla di plateale violazione della legislazione federale, comprendono quasi tutta la galassia del settore pubblico americano: dall’agenzia delle entrate fino al comando generale dell’aviazione militare, passando per la commissione speciale di vigilanza sulle elezioni. Il Pentagono smentisce ogni coinvolgimento diretto: “Non sapevamo assolutamente niente di tutto questo”, dichiarano i portavoce in un comunicato ufficiale.
Alcuni siti istituzionali, allertati immediatamente dall’inchiesta di McCullagh, hanno prontamente eliminato l’inconveniente cancellando l’installazione dei cookie. Molti dei cookie lasciati sui terminali dei visitatori sarebbero scaduti addirittura nel 2016 o persino nel 2034, esponendo gli utenti ad un tipo di controllo sulle loro attività online del tutto contrastante con le normative di garanzia.
Molti di questi cookie appartengono ad un servizio di tracking commerciale gestito dall’azienda WebTrends – un particolare che rende il fatto ancora più grave. “I nostri accordi con WebTrends parlano di cookie temporanei”, si giustificano al Pentagono, “sarà nostra premura rettificare qualsiasi disguido al più presto”.
Secondo McCullagh, l’atteggiamento del governo statunitense è “esplicitamente vietato da un’apposita legge del 2003 per la tutela della privacy”, incalza, “che di fatto proibisce l’uso di cookie permanenti a tutti i siti web istituzionali”. Questo episodio soffia sul fuoco dello scandalo delle intercettazioni , condotte dalla National Security Agency , centro nevralgico dell’ intelligence a stelle e strisce, a partire dall’11 settembre 2001.
La ACLU , storica organizzazione che si batte per la difesa dei diritti individuali, ha creato un apposito servizio informativo per “non lasciare i cittadini nell’ignoranza su questa situazione altamente rischiosa”, come suggerisce il responsabile Barry Steinhardt. L’associazione ha inoltre aggiornato il sito NSA Watch , interamente dedicato al controllo dei controllori . Basterà tutto questo per fermare la spirale delle intercettazioni selvagge?
Tommaso Lombardi