Che l’amministrazione del Presidente statunitense Barack Obama abbia intrapreso la più aspra delle battaglie contro la pirateria è cosa nota. A guidarla, la nuova zarina del copyright Victoria Espinel, che è di recente tornata a parlare dei vari rischi derivanti dal torrentismo online così come dalla più generica contraffazione di prodotti made in USA .
Ed è proprio quest’ultimo aspetto che le autorità statunitensi hanno sottolineato come urgente, più volte: bisognerebbe inasprire la lotta contro tutti quei paesi che abbiano dimostrato una scarsa (o nulla) propensione alla tutela del diritto d’autore . Una vera e propria orda di nemici, che l’amministrazione di Obama ha tutta l’intenzione di allontanare.
Obiettivo primario la Cina, che – a detta dell’ International Intellectual Property Alliance – sarebbe stata responsabile di perdite pari a 3,5 miliardi di dollari nell’anno 2009 . Soldi ovviamente persi dall’industria del copyright a stelle e strisce, a causa della pirateria di musica, film e software.
Stanare il mercato parallelo cinese sarà quindi una delle priorità per Espinel, almeno secondo le dichiarazioni rese nel corso di una recente seduta della sottocommissione agli Affari Esteri della House of Representatives . Una riunione che ha avuto un successo bipartisan, con il repubblicano Ted Poe a spingersi fino agli estremi confini della tutela del diritto d’autore.
In sostanza, secondo Poe, tra le nuove previsioni anti-pirateria dovrebbe essercene una in particolare che negherebbe il visto a studenti e turisti provenienti da stati non certo noti per la caccia ai cattivoni del P2P e della contraffazione. Per qualche rappresentante, l’approccio fin qui adottato dalla cyberzarina sarebbe fin troppo morbido. Un martello dovrebbe cadere presto sulla pirateria di prodotti e contenuti a stelle e strisce.
Mauro Vecchio