A diffonderlo in esclusiva è stato il padre di tutti i Wikileaks del pianeta connesso. Un documento pubblicato da Cryptome che ha svelato le abitudini di monitoraggio adottate dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale statunitense. Una speciale watchlist di quasi 100 siti web, seguiti quotidianamente dagli inizi dello scorso anno .
In particolare i social network Facebook e Twitter , monitorati dalla Homeland Security a stelle e strisce per avere un quadro sempre aggiornato su opinioni e commenti condivisi dagli utenti. Tenere sotto controllo hashtag e flussi in blu risulterebbe cruciale per tastare il polso all’opinione pubblica su Internet.
La lista contenuta nel documento rilasciato da Cryptome è però lunga. C’è il cliccatissimo Huffington Post e JihadWatch , oltre a tutti i siti che offrono la possibilità di ricercare i trend più popolari su Twitter . La Sicurezza Nazionale non sembra interessata all’aggregatore di news Techmeme.
Inseriti invece siti specializzati in sicurezza informatica, come ad esempio il blog di Brian Krebs e quello di Wired Threat Level . Presenti poi siti controversi come appunto JihadWatch, ma anche il grande nemico Wikileaks e Narcotrafico de Mexico . E infine le grandi piattaforme di video sharing come YouTube e Vimeo .
Mauro Vecchio