I mezzi di comunicazione statunitensi tornano a parlare del cyber-attacco subito dalla Casa Bianca nell’ottobre del 2014, un attacco che avrebbe avuto conseguenze importanti sulla sicurezza del presidente USA, diversamente da quanto pubblicamente sostenuto dalle autorità.
I cracker che hanno attaccato la Casa Bianca erano russi, dicono le fonti, e sarebbero riusciti ad accedere a informazioni riservate riguardanti l’agenda presidenziale. La breccia nello Studio Ovale era avvenuta quasi in contemporanea con un altro attacco al sistema di posta elettronica del Dipartimento di Stato.
Commentando gli ultimi dettagli emersi sull’attacco di ottobre, i rappresentanti della sicurezza nazionale USA continuano a sostenere che la rete che ospita documenti segreti non è stata compromessa dagli ignoti attaccanti. Riguardo le ipotetiche responsabilità russe, poi, il no comment è obbligatorio.
Quello che viene indicato come il più sofisticato cyber-attacco contro le autorità governative USA è quindi ancora parzialmente avvolto nel mistero, e da Washington arriva solo l’assicurazione di aver messo in campo le misure necessarie a sanare la breccia e rafforzare le difese del sistema informatico della Casa Bianca.
In riferimento all’eventuale paternità dell’attacco, la matrice russa è una delle piste preferite dagli americani quando si tratta di attacchi di alto profilo come quello che ha rovinato il business di Sony Pictures . Russi o non russi, infine, Barack Obama ha recentemente stabilito che il cyber-crimine è emergenza nazionale.
Alfonso Maruccia