Washington (USA) – Cosa accadrebbe se un manipolo di terroristi dalle importanti capacità di cracking si dedicasse a tempo pieno ad aggredire i network americani, quelli pubblici, quelli critici ma anche quelli finanziari e creditizi? Se lo sono chiesto gli esperti dell’ Homeland Security Department , la divisione governativa che si occupa specificamente della sicurezza interna statunitense.
Nei giorni scorsi, infatti, è stata condotta una simulazione di un attacco del genere, aggressione controllata che ha preso di mira banche e sistemi di pubblica utilità, come quelli che governano la rete elettrica. Ciò che è emerso dall’ operazione Livewire , sebbene i risultati debbano ancora essere valutati e formalmente annunciati, è una certa quantità di vulnerabilità, alcune delle quali definite “preoccupanti”.
In particolare non hanno retto come dovuto le reti di intercomunicazione e interdipendenza tra diversi sistemi vitali del paese, laddove, per esempio, la chiusura della fornitura elettrica potrebbe rendere inutilizzabili le reti informatiche o i telefoni.
“Ci sono stati dei problemi: – ha spiegato il direttore della divisione sulla sicurezza cyber Amit Yoran – il flusso di informazione attraverso le diverse agenzie non è andato così liscio come ci sarebbe piaciuto”. Secondo Yoran l’aggressione simulata mirava a rendere inutilizzabili i sistemi di comunicazione e servizio attraverso diversi settori industriali e network pubblici.
Nei prossimi giorni si dovrebbero avere maggiori dettagli sui risultati della simulazione, sebbene sia evidente che non tutto verrà reso pubblico per evitare di segnalare ad eventuali terroristi i punti deboli delle reti testate.