USA, dal fappening all'oblio?

USA, dal fappening all'oblio?

Google si ritrova al centro delle denunce delle VIP per non aver impedito che le foto circolassero online. Secondo il prossimo commissario europeo che si occuperà di Internet, però, la responsabilità sarebbe delle VIP stesse, che hanno commesso la leggerezza di affidarle alla Rete
Google si ritrova al centro delle denunce delle VIP per non aver impedito che le foto circolassero online. Secondo il prossimo commissario europeo che si occuperà di Internet, però, la responsabilità sarebbe delle VIP stesse, che hanno commesso la leggerezza di affidarle alla Rete

L’avvocato di Hollywood Marty Singer ha minacciato denunciare Google per 100 milioni di dollari se non rimuovesse le immagini rubate a diverse attrici, cantanti e show girl e diffuse online.

Si tratta della prima conseguenza del cosiddetto fappening , scandalo montato con la doppia ondata di immagini rubate alle VIP e diffuse in Rete, per cui si era stato inizialmente puntato il dito contro una presunta falla nel sistema di recupero delle password di iCloud.

Per quanto Apple avesse sempre smentito tale ipotesi, Cupertino sembrava il soggetto maggiormente coinvolto nello scandalo insieme a 4Chan e Reddit , le due piattaforme da cui le immagini sono state principalmente distribuite: anche per questo sorprende ora la minaccia di denuncia nei confronti dei vertici di Mountain View Larry Page, Sergey Brin ed Eric Schmidt.

Singer dovrebbe rappresentare una dozzina delle celebrità coinvolte nell’attacco che ha portato allo scoperto le immagini: secondo l’avvocato Google “avrebbe fatto fruttare milioni dalla vittimizzazione delle donne” ed “avrebbe adottato un comportamento chiaramente non etico”.

Singer, inoltre oltre quattro settimane fa avrebbe fatto richiesta a Google di rimozione delle immagini da YouTube e Blogger senza tuttavia ottenere risposta : Mountain View avrebbe dunque anche “mancato di agire tempestivamente e rimuovere responsabilmente le immagini” che “sa essere foto private e confidenziali, frutto di un furto” da parte di “predatori pervertiti che stanno violando il diritto alla privacy delle vittime”. Ipotesi smentita da Google in una sua dichiarazione offerta da un portavoce alla stampa: “Abbiamo rimosso decine di migliaia di foto – nell’arco di ore dalla richiesta – e abbiamo chiuso centinaia di account. Internet viene usato in moltissimi modi positivi: rubare le foto private della gente certo non è uno di questi”.

Singer avrebbe forse più successo in Europa: nel Vecchio Continente, oltre alla direttiva sulla non responsabilità degli intermediari che pone nei confronti di Google e compagnia un obbligo di intervento ex post conseguente ad una notifica coerente, si è recentemente imposto il concetto di diritto all’oblio, una particolare interpretazione della privacy in base alla quale Big G e gli altri motori di ricerca hanno l’obbligo di rimuovere determinati contenuti ritenuti dai diretti interessati lesivi dei loro diritti e non abbastanza rilevanti dal punto di vista del diritto alla cronaca.

In Europa, tuttavia, la questione passerebbe anche per le istituzioni europee ed il prossimo Commissario responsabile per Internet, Günther Oettinger, ha definito “stupide” le VIP che si sono esibite negli autoscatti osé senza preoccuparsi di proteggerle adeguatamente, affidandole a servizi online incapaci di garantire l’inviolabilità.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
2 ott 2014
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