USA-Messico: un database GPS contro l'immigrazione clandestina

USA: database contro narcotraffico e immigrazione?

Un database con dati di localizzazione per milioni di utenti nelle mani delle autorità USA per la lotta a narcotraffico e immigrazione clandestina.
USA: database contro narcotraffico e immigrazione?
Un database con dati di localizzazione per milioni di utenti nelle mani delle autorità USA per la lotta a narcotraffico e immigrazione clandestina.

L’amministrazione USA ha acquistato l’accesso a un database commerciale contenente le informazioni relative ai movimenti registrati da milioni di smartphone in tutti gli Stati Uniti, con l’intento di utilizzarlo per rafforzare le misure di controllo su narcotraffico e immigrazione clandestina. È quanto riferito da alcune fonti rimaste anonime alla redazione del Wall Street Journal.

I dati di localizzazione per il confine USA-Messico

La raccolta dei dati è da attribuire a un gran numero di applicazioni mobile distribuite attraverso gli store ufficiali: giochi, software dedicati alle previsioni meteo e per lo shopping tramite e-commerce solo per fare alcuni esempi. In altre parole tutte le app alle quali gli utenti hanno concesso l’autorizzazione per acquisire la posizione geografica tramite modulo GPS o altri metodi.

Dal tweet di Rebecca Ballhaus, giornalista del WSJ, si apprende che il sistema è stato impiegato con successo per identificare i dispositivi posseduti da alcuni narcotrafficanti in viaggio tra il Messico (Tijuana) e gli Stati Uniti (San Diego) sfruttando un tunnel sotterraneo lungo 1,3 Km e posizionato a 25 metri di profondità. I report delle autorità in merito all’operazione non hanno fatto alcun riferimento al database, parlando di un risultato ottenuto in conseguenza ai controlli di routine.

Non è la prima volta in queste settimane che si parla di tecnologie messe al servizio delle autorità che fanno leva su database contenenti dati e informazioni appartenenti agli utenti, raccolte e analizzate con modalità non del tutto trasparenti. Citiamo su tutti il caso Clearview e i suoi algoritmi di riconoscimento facciale già in dotazione a oltre 600 tra agenzie governative e forze di polizia nel mondo.

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Pubblicato il
7 feb 2020
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