A quasi sei mesi dal bombardamento sui territori digitali di Megaupload, la sfida legale intrapresa dagli utenti del cyberlocker vive la sua fase più calda. Supportato dagli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF), il giovane studente statunitense Kyle Goodwin sta cercando in tutti i modi di ottenere la restituzione di reportage amatoriali sugli eventi sportivi del suo college in Ohio .
Ma il Dipartimento di Giustizia (DoJ) ha ora chiesto al giudice della Virginia di non ascoltare le richieste del ragazzo: nessun diritto costituzionale sarebbe stato violato in seguito al sequestro dei domini e dei server gestiti dalla piattaforma di file hosting. La perdita dei contenuti legittimi appartenenti agli utenti del sito non costituirebbe “un danno irreparabile”.
In sostanza , la restituzione dei video al giovane Goodwin andrebbe a rappresentare un pericoloso precedente, che potrebbe portare tantissimi utenti di Megaupload a depositare richieste simili presso varie corti degli States. Secondo i vertici del DoJ, il governo a stelle e strisce non sarebbe affatto contrario all’accesso da parte dei singoli utenti ai 1103 server gestiti dalla società di hosting Carpathia .
Il giovane Kyle Goodwin potrebbe infatti assoldare un esperto forense per ripescare i propri file dai server stessi, ovviamente rimborsando personalmente i responsabili di Carpathia. Come a dire, il governo di Washington non può accollarsi i costi per la restituzione dei file agli utenti di Megaupload. C’è chi ha ovviamente ricordato come un’operazione come quella suggerita dal DoJ possa costare svariate centinaia di dollari .
Ma chi è davvero in possesso dei server – meglio, di petabyte di file – una vota appartenuti al mega impero del file hosting? Per gli States , le proprietà digitali di Kyle Goodwin restano gestite dai responsabili di Carpathia. In altre parole, gli agenti federali avrebbero semplicemente preso tutto quel materiale utile ad incriminare Kim Dotcom e soci , e non i file legali come i video amatoriali di Goodwin.
È però assodato che Carpathia eviterebbe volentieri l’esborso giornaliero di circa 10mila dollari per la gestione dei server di Megaupload . La stessa Motion Picture Association of America (MPAA) aveva detto sì alla restituzione dei contenuti legali, ovviamente escludendo quelli in violazione del copyright. I legali di EFF hanno ora sottolineato come gli Stati Uniti dovrebbero assumersi la responsabilità del raid contro la piattaforma con base ad Hong Kong.
Mauro Vecchio