La distribuzione di benzina e carburanti nella East Cost statunitense è improvvisamente entrata in crisi a causa di un cyberattacco. A rivelarlo è stata direttamente l’azienda coinvolta, ossia la Colonial Pipeline, responsabile del 45% dei trasporti di carburanti nella zona.
Ransomware e benzina
Non sono chiari origine e finalità dell’attacco, ma soltanto le conseguenze: il gruppo avrebbe temporaneamente fermato buona parte delle attività per “contenere” i danni, con tempistiche di ripristino al momento non chiare. Secondo quanto appreso dal Washington Post, l’attacco sarebbe stato portato avanti attraverso un ransomware e ciò potrebbe far pensare più ad un attacco con finalità di lucro che non ad operazioni di cyberterrorismo. Sembra però essere troppo presto per poter arrivare a conclusioni.
La condotta sotto scacco sarebbe responsabile del trasporto di 2,5 milioni di barili di combustibile al giorno, dunque un quantitativo massivo che, se fermato, può realmente creare problemi di approvvigionamento molto seri. Tutto dipende dalle tempistiche di ripristino: i carburanti trasportati vengono archiviati in riserve locali, una sorta di “buffer” che permette relativa tranquillità per alcuni giorni. Al termine delle riserve, invece, scatterebbe una chiara emergenza che tutte le parti in causa contano di riuscire ad evitare.
Secondo quanto spiegato dalla comunicazione ufficiale Colonial Pipeline, l’attacco è avvenuto in data 7 maggio e la reazione dei sistemi di sicurezza è stata immediata. I responsabili della sicurezza e le autorità hanno immediatamente fatto scattare le indagini del caso.