Che le varie democrazie dell’Occidente abbiano spesso condannato le attività di censura intraprese dai paesi dell’area mediorientale è cosa sufficientemente nota. Quello che invece potrebbe sfuggire ai più è la silente cooperazione tra queste stesse democrazie e stati come il Qatar e l’Arabia Saudita, specie nella fornitura di strumenti mirati al silenziamento di voci e opinioni su Internet .
Lo si denuncia in un report pubblicato online dall’organizzazione non profit OpenNet Initiative , a sottolineare come almeno una decina di paesi tra Africa e Medio Oriente abbia finora sfruttato tecnologie occidentali per bloccare siti e servizi sgraditi . In particolare legati a tematiche scottanti come l’omosessualità o a opinioni in contrasto con le tradizionali leggi dell’Islam.
Stando ai due autori del report , nazioni come l’Oman e il Sudan avrebbero sfruttato quelle particolari tecnologie che in Occidente vengono attualmente predisposte per la protezione dei minori da pornografia e predatori sessuali. Tra i vari strumenti individuati dallo studio, c’è MacAfee SmartFilter di Intel insieme al canadese Netsweeper . Strumenti concessi da aziende occidentali per fini diversi dal semplice filtraggio anti-pedopornografia.
Sempre secondo il report , i nove paesi in questione avrebbero negato certi contenuti del web a circa 20 milioni di netizen. Tra i servizi oscurati, anche alcuni social network e siti specializzati in dating online . I responsabili di OpenNet Initiative vorrebbero aprire un pubblico dibattito sulla fornitura di meccanismi di filtraggio da parte di Stati Uniti e Canada.
Mauro Vecchio