Una nuova regola per le esportazioni firmata dal Dipartimento del Commercio statunitense impedisce di fatto a Huawei di acquisire componenti hardware o software di provenienza americana con la finalità di integrarle nei propri dispositivi o servizi. La notizia è stata prima anticipata da alcune testate d’oltreoceano e poi confermata dal sito istituzionale del dicastero. Giunge a poco più di 24 ore di distanza dalla proroga del ban introdotto lo scorso anno e ora in vigore fino al maggio 2021.
Stati Uniti: nuovo giro di vite su Huawei
Il titolo del comunicato è già di per sé piuttosto esplicativo in relazione alla finalità della misura: “Commerce Addresses Huawei’s Efforts to Undermine Entity List, Restricts Products Designed and Produced with U.S. Technologies”. Nel testo si fa riferimento diretto alla volontà di tutelare la sicurezza nazionale limitando per l’azienda cinese la possibilità di impiegare “tecnologia e software” di provenienza USA al fine di realizzare i propri chip in altre parti del mondo.
Tradotto: al gruppo di Shenzhen viene impedito di far leva su proprietà intellettuali o architettura hardware statunitensi nella produzione di processori o altre componenti da destinare ai propri dispositivi o servizi, smartphone compresi.
La novità chiama in causa anche TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing), che proprio nei giorni scorsi ha ufficializzato l’intenzione di produrre almeno una parte dei propri chip negli Stati Uniti. Un passaggio pone l’accento sulla Entity List in cui Huawei si trova ormai da un anno.
Huawei ha continuato a usare software e tecnologia USA per progettare semiconduttori, minando la sicurezza nazionale e gli scopi di politica estera della Entity List, commissionando la loro produzione a impianti esteri utilizzando apparecchiature statunitensi.
Nell’intervento di Wilbur Ross, Segretario al Commercio, si cita anche HiSilicon, controllata da Huawei e responsabile della produzione dei chip integrati nei dispositivi venduti.
Solo poche ore fa la notizia relativa all’estensione per altri 90 giorni delle Temporary General License che hanno fin qui consentito ad alcune realtà americane di proseguire la collaborazione con la società cinese nell’ultimo anno.
Dal gruppo di Shenzhen non si registrano al momento repliche, in caso di disponibilità le integreremo all’articolo.