Potrebbe concludersi con un periodo di detenzione senza precedenti la storica vicenda del sacco di dati al gruppo TJX Companies , proprietario della più grande catena di hard discount degli Stati Uniti. Albert Gonzalez, il cracker responsabile di quello che è stato definito il più imponente furto d’identità telematiche della storia, verrà condannato ad un periodo di prigionia tra i 17 e i 25 anni .
A stabilirlo , una corte federale di Boston, che dovrà ora soltanto decidere il numero preciso di anni in cui Gonzalez vedrà il sole dietro le sbarre. Se confermato, il quarto di secolo di detenzione si trasformerebbe nella pena più severa e lunga mai affrontata da un criminale informatico. E Gonzalez l’aveva fatta davvero grossa nel 2007, quando aveva svuotato l’archivio di TJX di quasi 50 milioni di account .
“Si tratta della sentenza finora più dura per un caso di furto d’identità, tra le più dure per un crimine a sfondo finanziario – ha scritto il procuratore Stephen Heymann – Ma si tratta di una sentenza giusta, perché Gonzalez ha volutamente trasformato in vittime un numero di persone che potrebbe tranquillamente formare più di una grande città, se non diversi stati”.
Come nel caso di Gary McKinnon , la difesa di Albert Gonzalez aveva invocato una tutela speciale, dal momento che il suo assistito soffrirebbe della sindrome di Asperger. Oltre ad avere una forte e patologica ossessione verso i computer. Altro caposaldo della difesa del cracker, il fatto che avesse collaborato con le autorità statunitensi per portarle alla cattura di altri manigoldi informatici.
Visitato da un medico fornito dalla corte, Albert Gonzalez non è tuttavia risultato affetto da sindrome di Asperger né portatore di una compulsiva ossessione per i computer. Semplicemente tendente a comportamenti disturbati e anti-sociali. Secondo la corte, un malato con la sindrome di Asperger non riuscirebbe affatto a diventare il leader di una banda criminale come quella del sacco al gruppo TJX.
Mauro Vecchio