Quando il libero mercato è incapace di autoregolarsi, le organizzazioni governative statunitensi entrano in gioco e provano a mettere ordine in un caos fatto di packet filtering , presunti monopoli e persino vere e proprie truffe nei confronti dei consumatori. Il mantra del governo che entra laddove non era mai stato per evitare il tracollo non è una caratteristica esclusiva della sola Casa Bianca di Barack Obama, ma pare investire anche gli istituti di controllo indipendenti come la Federal Trade Commission .
In una intervista rilasciata online, il nuovo presidente della FTC Jon Leibowitz parla espressamente della necessità di avere un mercato sano basato sul principio dell’autoregolamentazione. Se tale principio è mancante o insufficiente, allora occorre fissare una serie di regole stringenti e persino intervenire direttamente nei comportamenti delle aziende per ripristinare la concorrenza e il rispetto per gli utenti.
Impegnato con la FTC già dal 2004 e divenutone presidente all’inizio dello scorso marzo, Leibowitz ha una storia come difensore dei diritti dei consumatori, regolatore del behavioural advertising e avversario di fenomeni telematici nefasti quali spam e adware. L’amministrazione Obama, dice Leibowitz, ha dato pieno mandato alla nuova board della FTC per perseguire i comportamenti disonesti delle società di rete, e il funzionario ha tutta l’intenzione di approfittare in pieno di tale spazio di manovra.
Leibowitz suggerisce che le misure di regolamentazione del traffico di rete non siano necessariamente un male assoluto, posto ovviamente che gli utenti siano informati in anticipo e sappiano quel che comprano. Parimenti la FTC metterà sotto stretta osservazione le pratiche di discriminazione delle applicazioni di rete da parte degli ISP , nell’attesa che qualcuno provi ad andare contro i diritti dei consumatori a essere informati sulla qualità dei servizi sollevando così “problemi di antitrust”.
Nelle parole di Leibowitz è insomma possibile leggere una presa di posizione sul sempre delicato argomento della neutralità della rete , e la richiesta di maggiori poteri al Congresso in modo da poter comminare multe a chi fa il furbo. Le problematiche antitrust evocate dal presidente della FTC vanno poi di concerto con la crescente attenzione delle autorità federali verso i monopoli tecnologici , un’attenzione che dopo aver fatto vittime eccellenti in Europa potrebbe (ri)sanzionare pesantemente i monopolisti di fatto (Google, Intel, Microsoft e via di questo passo) anche al di là dell’Atlantico.
Alfonso Maruccia