I fondatori dei tre più grandi siti di poker online sono stati accusati di frode bancaria , riciclaggio di denaro e gioco d’azzardo illegale . Alle accuse sono stati accompagnati il blocco dei domini dei siti web e la chiusura di 76 conti bancari utilizzati per le transazioni delle poker room . Ad annunciare la notizia è stato il Dipartimento di Giustizia statunitense citando tre grossi nomi del gioco d’azzardo coinvolti nella vicenda: PokerStars , Full Tilt Poker e Absolute Poker .
Secondo uno dei procuratori distrettuali di Manhattan tre dei dirigenti, tra cui Chad Elie di Las Vegas, sono già stati arrestati e rischiano non solo una salata ammenda, ma condanne fino a trent’anni di prigione. I tre siti dovranno rispondere della violazione della legge contro l’ online gambling , nonché di incassi illeciti per oltre 3 miliardi di dollari .
Le società, tutte con base al di fuori degli Stati Uniti, sono state accusate di aver violato la normativa americana codificata nell’ Unlawful Internet Gambling Enforcement Act del 2006 ( UIGEA ) che vieta, fra le altre cose, di effettuare pagamenti con carte di credito per operazioni legate al gioco d’azzardo. I tre grandi siti riuscivano ad aggirare tali divieti mascherando i pagamenti legati al gioco online con l’acquisto di palline da golf, fiori o ancora gioielli, transazioni completamente inesistenti.
La legge in questione, approvata dal Congresso degli Stati Uniti il 30 settembre del 2006 e controfirmata dal Presidente Bush, intende sradicare il gioco d’azzardo online proibendo alle banche statunitensi ed alle compagnie di carte di credito di trasferire fondi tra siti web di casinò registrati all’estero ed i giocatori residenti negli States. In tale legge ciò che viene chiaramente definito come illegale è il trasferimento di fondi tramite banche, carte di credito e sistemi di pagamento come PayPal. Successivamente all’approvazione della legge la maggior parte delle sedi dei siti destinati al gioco d’azzardo ha lasciato il mercato statunitense mentre altri hanno costruito imprese lucrative per i giocatori degli Stati Uniti da oltreoceano. Ad esempio , PokerStars ha sede presso l’Isola di Man, Full Tilt è gestito dall’isola di Alderney nel Regno Unito, Channel Islands e Absolute Poker hanno sede in Costa Rica.
Nonostante tali battute d’arresto alla solida e cospicua impresa del gioco online tali società hanno comunque, aggirando le normative, costruito un mercato che l’anno scorso ha contato circa 1,8 milioni di persone negli Stati Uniti, secondo PokerScout, che tiene traccia dei dati online dei siti di poker.
Cinquantadue pagine di atto di accusa descrivono come si è evoluta questa storia e quali sono stati i metodi utilizzati per la truffa ai danni del governo che proprio in queste settimane stava discutendo un nuovo progetto di legge per regolamentare il gioco online. L’operazione dell’FBI ha avuto inizio due anni fa quando gli agenti hanno scoperto che le aziende in questione avevano preso degli accordi con alcune banche americane e istituti di credito in difficoltà economiche che avevano accettato di consentire i pagamenti che avvenivano sul sito in cambio di investimenti di grossa portata. È questo il caso della banca SunFirst dello Utah che avrebbe dato il via a operazioni i cui bonifici erano consapevolmente frutto di gioco online, in cambio di un reinvestimento di parte del denaro nella stessa banca. “Questi imputati, ben sapendo che i loro affari con i clienti statunitensi e le banche degli Stati Uniti erano illegali, hanno provato a truccare le carte”, ha spiegato il vicedirettore dell’FBI Janice Fedarcyk. Per tale ragione i giudici federali hanno ordinato la chiusura di 76 conti correnti presenti in 14 Stati diversi, procedendo all’arresto di alcuni intermediari e vertici di tali istituti di credito.
Collegandosi ai siti messi sotto sequestro, i giocatori statunitensi si sono scontrati con le spiegazioni del blocco ai siti, fornite dalle stesse autorità. Attimi di smarrimento sono stati seguiti da una furiosa corsa per controllare i rispettivi conti per paura di vedere bloccati i propri fondi. Con il sequestro dei siti web non è chiaro cosa succederà ai denari dei giocatori degli Stati Uniti che dispongono di account sui siti web incriminati. PokerStars ha dichiarato che i giocatori potranno riavere i loro soldi indietro. Molti, infatti, i commenti degli utenti sul sito Poker TwoPlusTwo che esprimono incredulità per le accuse mosse ai tre colossi del gambling online. Tanti i giocatori che hanno dichiarato di volersi trasferire all’estero: “Online posso giocare 500 tornei a settimana mentre in un casinò potrei giocarne tra i tre e i 5”.
Ora collegandosi ai siti online di pokerstars.com , fulltilt.com e absolutepoker.com viene mostrata una schermata dove le autorità americane informano i giocatori che i domini sono stati sequestrati per le violazioni contro la legge americana del gioco online. Finora le società sotto accusa hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni.
Raffaella Gargiulo