Pulizie d’estate, organizzate dalle autorità federali statunitensi per ridurre drasticamente il numero complessivo dei suoi data center sparsi in tutta la nazione. Ai primi 373 sarà infatti staccata la spina entro l’anno prossimo , come recentemente annunciato dai vertici dell’Amministrazione Obama.
Ma si tratterà soltanto dell’inizio. Il governo di Washington ha infatti deciso di terminare – entro l’anno 2015 – un totale di 800 data center sui 2mila attuali , per un risparmio stimato di circa 3 miliardi di dollari .
Una drastica riduzione per il governo degli Stati Uniti, attualmente il maggior acquirente di IT nel mondo con una spesa pari a 80 miliardi di dollari l’anno . Con l’eliminazione del 40 per cento dei propri data center, le autorità federali interromperanno una vasta serie di contratti legati ai costi dei vari centri per la gestione dei dati.
Lo stesso Chief Information Officer Vivek Kundra ha sottolineato come la gestione hardware e software dei data center cambierà, causando la perdita di posti di lavoro. Gli impiegati coinvolti dovrebbero però essere presto riassegnati a nuovi incarichi. Finora sono 81 i centri tagliati dall’Amministrazione Obama , pronta ad investire sulle tecnologie in the cloud .
Una strategia che dovrebbe portare a consistenti risparmi per il governo, a partire dai costi relativi alle infrastrutture e all’energia necessaria a far funzionare centri grandi come tre campi da football messi insieme. Kundra non ha però specificato il numero stimato di impiegati che dovrebbero perdere il lavoro. Né quali saranno le specifiche voci di risparmio.
Mauro Vecchio