Tanto tuonò il Googleplex che piovve: dopo la denuncia contro la presunta discriminazione anticompetitiva delle sue “app” telematiche da parte del Dipartimento degli Interni statunitense (DOI), Google ha ora ottenuto un’ingiunzione preliminare da parte di un giudice che le garantisce l’opportunità di presentare la propria offerta alle autorità . Ora Google Docs è sicuro quanto occorre, dice Google.
Il contratto incriminato vale quasi cinquanta milioni di dollari, e prevede la fornitura di servizi di email e comunicazione collaborativa per un’infrastruttura – quella appunta del DOI USA – che abbraccia la bellezza di circa 88mila impiegati federali.
Inizialmente Microsoft si sarebbe dovuta aggiudicare la commessa – seguita da opportuna RFQ, “Request for quotation” – in virtù dei requisiti richiesti dal DOI , vale a dire la compatibilità assoluta con il software Microsoft Business Productivity Online Suite .
Per Google una tale pratica restringe “irragionevolmente” la concorrenza tra aziende informatiche, e così ha stabilito il giudice Susan Braden che ha temporaneamente bloccato l’assegnazione (sostanzialmente automatica) della commessa a Microsoft scongiurando quello che definisce “un lock-in organizzativo per Microsoft” a spese dell’opportunità di competere che spetta a Mountain View secondo le leggi del libero mercato.
Google si dice ovviamente “soddisfatta” della decisione del giudice, proclamandosi “sostenitrice della libera competizione su Internet e nel settore tecnologico in generale”. Stando alle carte giudiziarie depositate da Mountain View, oltre alla mancata compatibilità con le suite Microsoft il governo avrebbe espresso ulteriori dubbi circa la capacità di Google di rispettare i requisiti di sicurezza della legge FISMA (Federal Information Security Management Act). Google ha ottenuto la certificazione FISMA per la suite Docs nel corso dell’estate 2010.
Alfonso Maruccia