L’associazione nazionale dei procuratori generali statunitensi (NAAG) contro i vertici di Google, convocati a Boston per offrire spiegazioni riguardo alla proliferazione di beni contraffatti nei link restituiti dal motore di ricerca più popolare del web. Dalle copie pirata di film e videogiochi alle medicine distribuite senza prescrizione medica, il search della Grande G permetterebbe ai vari siti illeciti di guadagnare spazi pubblicitari tramite piattaforme come AdWords .
“Per ciascun controllo da noi effettuato, il motore di ricerca di Google ci ha permesso di avere facile accesso a beni illegali, compresi quei siti che offrono medicinali pericolosi senza prescrizione, beni contraffatti di ogni genere, e copie di film, musica, software e videogiochi in violazione del diritto d’autore”, ha spiegato Jim Hood, a capo della commissione sulla proprietà intellettuale di NAAG.
Nelle accuse dei vari procuratori generali statunitensi, Google metterebbe a rischio la sicurezza dei consumatori a stelle e strisce, facilitando la diffusione di beni illeciti con i suoi risultati di ricerca online e soprattutto guadagnando sul mercato pubblicitario dalle inserzioni relative a farmaci, beni di lusso, materiale pirata . I vertici di NAAG hanno dunque convocato il CEO di BigG Larry Page ad un meeting fissato per l’inizio della settimana.
Nell’agosto 2011, la stessa azienda californiana aveva accettato di pagare l’astronomica cifra di 500 milioni di dollari come sanzione forfettaria in seguito alle indagini condotte dal Dipartimento di Giustizia (DoJ) sulla diffusione di inserzioni legate alle farmacie online illegali tra i meccanismi di AdWords. Un’ammissione di colpevolezza da parte di Mountain View, che avrebbe così evitato ulteriori movimenti a livello federale.
Tra i vari interrogativi che verranno posti al CEO Larry Page, la presunta differenza di trattamento riservata da Google ai siti della contraffazione e della condivisione di materiale audiovisivo illecito. I vertici di NAAG sono infatti convinti che le tecniche di rimozione dei contenuti adottate dalla Grande G siano decisamente più tempestive per l’eliminazione delle rappresentazioni digitali legate alla pedopornografia o all’odio razziale.
Mauro Vecchio