Soltanto poche ore fa erano volate scintille tra Microsoft e Google, accusata di mettere in atto presunte condotte anticompetitive nei confronti di Windows Phone e della relativa utenza. L’indagine avviata dalla Federal Trade Commission (FTC) si è conclusa con una mediazione tra le parti : BigG ha acconsentito a modificare parzialmente le proprie pratiche di business per ripristinare la totale concorrenza nel mercato.
La Grande G, dunque, ha evitato quello che è stato definito il “processo del decennio”. I termini del patto sottoscritto da Mountain View riguardano sia la parte del search sia i brevetti sugli standard tecnologici . Per quanto concerne la prima, il motore di ricerca si impegnerà a concedere maggiore flessibilità agli investitori pubblicitari che gestiscono contemporaneamente campagne su AdWords e su piattaforme rivali; si asterrà dall’appropriarsi indebitamente dei contenuti dei cosiddetti siti “verticali”, che si focalizzano, cioè, su specifiche categorie come lo shopping o i viaggi nelle loro offerte agli utenti.
Sul fronte della guerra dei brevetti , Google avrebbe ceduto a un parziale disarmo. FTC ha ordinato la cessazione dell’uso improprio dei brevetti su cellulari e smartphone della concorrenza , disposizione che consentirà ai produttori di tecnologie mobile di utilizzare sia Android sia altri sistemi operativi concorrenti. In questo modo, e con l’introduzione delle sanzioni, BigG sarà incentivata a produrre innovazione a beneficio dei consumatori.
La decisione di non procedere secondo le vie legali è stata presa all’unanimità da parte dei membri della commissione federale, una vittoria certa per Google, secondo Eric Goldman, docente di legge presso la Santa Clara University, secondo il quale la Grande G avrebbe schivato un’indagine pericolosa subendo conseguenze minime. Un esito, quello raggiunto da FTC, evidentemente deplorato dalle parti avverse, Microsoft in primis. Secondo Redmond , “la decisione di FTC di chiudere l’indagine con solo un impegno volontario da parte di Google è deludente e prematura, che arriva a poche settimane dalla proposta formale che l’azienda dovrà presentare per rimediare ai quattro abusi di posizione dominante individuati dalla Commissione Europea, primo tra tutti la visualizzazione di risultati a essa favorevoli nelle pagine di ricerca”.
La condotta dei membri della commissione non ha lasciato indifferenti diversi professionisti specializzati in casi di concorrenza commerciale. Gary Reback, noto avvocato esperto di antitrust, ha definito “ingenuo” l’atteggiamento adottato da FTC, prefigurando un danno potenziale per le aziende più piccole. Un’opinione che sembra essere stata percepita pienamente dal capo da Jon Leibowitz, presidente della consiglio federale, il quale ha precisato: “alcuni credono che la commissione avrebbe dovuto fare di più in questo caso, forse perché questi stessi soggetti sono impegnati in un combattimento corpo a corpo contro Google in tutto il mondo. Noi abbiamo effettivamente seguito i fatti lì dove ci hanno condotti. L’obiettivo della nostra legge è proteggere la competizione, non i coloro che competono”.
Cristina Sciannamblo