Un documento secretato di cui ora si viene a conoscenza grazie a una richiesta formale inoltrata dal Wall Street Journal ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA): il Governo statunitense avrebbe autorizzato l’ampliamento delle linee guida che presiedono allo operazioni del National Counterterrorism Center (NCTC), ora abilitato a inserire nel proprio database anche i profili dei cittadini non sospettati di alcun crimine.
La revisione alle linee guida redatte nel 2008 sarebbe avvenuta nello scorso mese di marzo, in una direzione che intendeva espandere significativamente i poteri dell’organo nazionale di contrasto al terrorismo . In precedenza, infatti, il regolamento imponeva la cancellazione dal database interno di ogni dato relativo a cittadini statunitensi non ragionevolmente sospettati di implicazioni con attività terroristiche.
Come rivela il quotidiano di Washington , l’amministrazione Obama si è divisa sull’opportunità di autorizzare il nuovo programma: c’è stato chi ha sollevato questioni sull’efficienza dei tempi di mantenimento dei dati, chi sui supporti sui quali gli stessi dovessero essere raccolti mentre altri ancora consideravano l’iniziativa come un’operazione di sorveglianza senza precedenti che il governo avrebbe condotto sui proprio cittadini.
Non c’è dubbio sul fatto che, come sostiene Mary Ellen Callahan, capo dell’ufficio sulla privacy del Dipartimento sulla Sicurezza Nazionale, “questo sia un cambiamento epocale nel modo in cui il governo interagisce con il pubblico”. I nuovi poteri affidati all’agenzia governativa, infatti, prevedono non solo l’autorizzazione a raccogliere e memorizzare enormi database di informazioni, ma anche a setacciarne ogni dettaglio allo scopo di rilevare comportamenti sospetti che possano rivelare attività non autorizzate per le quali è possibile attivare un’indagine. Un capovolgimento del concetto stesso: non si indaga in presenza di un sospetto, ma si raccoglie il maggior numero di informazioni possibili in forma preventiva e poi le si analizza (e il “come” sarebbe già di per sé argomento di discussione) per trovare eventuali comportamenti sospetti su cui approfondire.
Condotte che sembrano porsi in contrasto con i principi espressi dal Quarto Emendamento e dall’elementare diritto alla privacy.
Cristina Sciannamblo