Washington – Sulla strada del Community Patent Review Project , che mira ad aprire al pubblico l’intero processo di verifica dei brevetti, l’ Ufficio Brevetti americano (USPTO) ha dato il suo benestare ad un altro progetto pilota, denominato Peer-to-Patent Project . Scopo del suddetto, che partirà il 15 giugno e durerà un intero anno, sarà quello di evitare, con il contributo di tutti, la registrazione di brevetti inutili o, peggio ancora, dalla originalità piuttosto dubbia .
Esperti in materia di tecnologie informatiche, che già sono registrati al CPRP, avranno l’onere e l’onore di valutare e fornire informazioni su più di 250 applicazioni specifiche del settore in attesa di brevetto, favorendo la scoperta della cosiddetta ” prior art “, ovvero informazioni liberamente disponibili su realizzazioni precedenti la richiesta di brevetto che invalidano o rendono superflua la richiesta stessa .
Motore dell’iniziativa è ancora una volta Beth Simone Noveck , professore della New York Law School dalla cui collaborazione con IBM è nato il progetto CPRP. Noveck ha recentemente descritto quali siano a suo avviso gli obiettivi del progetto, e come esso possa portare benefici all’intero network globale della conoscenza interconnessa. A suo dire, infatti, il progetto sarà un nuovo esempio di impresa collaborativa , sulla scia di Wikipedia e altri casi in cui le intelligenze via Internet trovano insieme un obiettivo comune “per ragioni puramente altruistiche”, spiega il professore.
La rivoluzione copernicana del sistema di brevetti revisionato dal pubblico, sostiene il professore, favorirà la creazione di “società in grado di offrire incentivi economici per un lavoro duraturo da parte di individui disparati, che potranno possedere in maniera collettiva i lavori realizzati insieme ad altri (siano essi un pezzo di una proprietà intellettuale di valore o un nuovo servizio), che potranno godere degli effetti della responsabilità limitata e potranno aprire un account bancario, distribuire i ricavi economici della rete a coloro che vi hanno contribuito ed entrare più facilmente in contatto con terze parti”.
Noveck spiega così quello che, ad un primo sguardo, sembrerebbe un semplice seppur importante percorso di apertura al pubblico delle procedure di valutazione dei brevetti, ma che nelle intenzioni originarie dovrebbe divenire una sorta di Wikipedia della proprietà intellettuale , una struttura di supporto che garantisca a tutti il libero accesso alle informazioni, cittadini e società commerciali incluse.
In tal modo, queste le speranze del professore, nascerà lo stimolo ad utilizzare i brevetti per realizzare prodotti piuttosto che limitarsi a difendere la loro proprietà , come al contrario le corporazioni grandi e piccole hanno preso a fare ormai da molti anni.
Alfonso Maruccia