Si intitola The Kids are Alright ed è un recente studio commissionato da TRUSTe , autodefinitosi sul suo sito ufficiale come uno dei maggiori fornitori di servizi relativi alla privacy su Internet. Un’analisi dettagliata, che ha dipinto uno scenario quasi idilliaco sull’attuale rapporto tra le masse di teenager statunitensi e la gestione dei propri profili su vari social network .
Facebook su tutti. L’86 per cento dei circa 2mila soggetti selezionati nello scorso giugno dalla società di ricerca Lightspeed Research ha dichiarato di avere una pagina personale sul popolare sito di Mark Zuckerberg. Percentuale lievitata di ulteriori nove punti per quanto concerne un secondo campione di genitori a stelle e strisce.
Un quadro ottimista, dunque. Gli utenti statunitensi sentono di avere pieno controllo delle proprie informazioni personali, almeno stando all’80 per cento dei genitori e il 78 per cento dei figli intervistati . L’84 per cento degli adulti ha poi sottolineato come si senta sicuro del livello di responsabilità social dei propri pargoli.
C’è un però, che potrebbe offuscare il sereno dipinto offerto dall’analisi. Il 68 per cento dei ragazzi intervistati ha ammesso di aver accettato richieste d’amicizia provenienti da perfetti sconosciuti . Un risultato forse in contraddizione con la sicurezza mostrata dal campione di genitori statunitensi.
Eppure c’è una buona notizia per il sito in blu, spesso accusato di aver stilato delle policy in materia di privacy più lunghe della stessa Costituzione a stelle e strisce. Il 59 per cento dei ragazzi (e il 52 per cento dei genitori) ha definito le impostazioni sulla privacy di Facebook “chiare e facili da usare”.
Mauro Vecchio