Un corposo elenco di quasi 200 tra i più frequentati siti del web, stilata presso il Center for Internet and Society della statunitense Stanford Law School . Più del 60 per cento dei siti avrebbe così condiviso con società terze alcune informazioni relative agli utenti, in primis username e ID unici .
Dati personali rilasciati a mezzo URL, visibili da aziende specializzate in marketing e pubblicità . Attraverso username e ID unici, le stesse società riuscirebbero ad identificare gli utenti, anche grazie all’involontario contributo di grandi colossi social come Facebook.
La lista stilata dai ricercatori di Stanford è piuttosto lunga e ricca di protagonisti del web. C’è il celebre quotidiano statunitense Wall Street Journal – peraltro attivissimo contro le attività di tracciamento – e il sito di recensioni cinematografiche RottenTomatoes.com , che assocerebbe username e date di nascita ad 83 diversi indirizzi visibili dalle società d’analisi come ComScore e Google Analytics .
Tra gli spazi web c’è anche la popolare piattaforma di photo sharing Photobucket , che condividerebbe le informazioni degli utenti con 31 diverse società pubblicitarie . Così anche Classmates.com , HomeDepot.com e NBC.com . Tra le informazioni rilasciate , anche indirizzi di posta elettronica e numeri di telefono.
Lo stesso report del Center for Internet and Society ha tuttavia sottolineato come il rilascio delle informazioni sia in certi casi involontario. Le società pubblicitarie riuscirebbero ad impossessarsene in quanto presenti negli header di varie pagine.
Mauro Vecchio