Chiamato a pronunciarsi su un possibile caso di truffa a base di fondi di investimenti scambiati per Bitcoin, il giudice Amos Mazzant ha stabilito che la cripto-moneta virtuale possiede tutte le caratteristiche per essere considerato come denaro “reale”, dunque soggetto alle leggi e ai regolamenti del caso.
Mazzant si è pronunciato nell’ambito del caso di Bitcoin Savings and Trust (BTCST), un fondo di investimento in Bitcoin creato da Trendon Shavers che fino ad agosto 2012 – periodo della sua chiusura – ha raccolto fondi per 700.000 BTC o 4,5 milioni di dollari.
La Securities and Exchange Commission (SEC) ha accusato Shavers di aver organizzato una truffa modellata su uno schema Ponzi , mentre il fondatore di BTCST si è difeso sostenendo che gli investimenti del fondo non si possono considerare titoli finanziari contrattabili perché Bitcoin non è una forma di denaro.
“È chiaro che Bitcoin può essere usato come denaro”, ha scritto invece il giudice Mazzant, visto che “può essere usato per acquistare beni o servizi” e usato – come sostenuto dallo stesso Shavers – per le spese quotidiane di un individuo. I BTC si possono inoltre scambiare e convertire in monete più tradizionali come dollari, euro e quant’altro, ha stabilito altresì il giudice, dunque Bitcoin “è una moneta o forma di denaro”.
Stabilità la validità dei BTC come moneta soggetta alla legge e il diritto del giudice a occuparsi del caso, la questione BTCST entrerà ora nel merito per stabilire la colpevolezza di Shavers e i presunti danni per gli investitori. Per quanto riguarda Bitcoin, poi, il numero di aziende e startup interessate a investire sulla cripto-valuta cresce con la società di scambio indonesiana ArtaBit intenzionata a offrire servizi di invio denaro basati su BTC . Un sorta di alternativa a Western Union, meno onerosa per gli utenti.