Un nuovo capitolo nella battaglia legale tra il gigante Google e l’associazione degli autori statunitensi Authors Guild . I legali di Mountain View hanno chiesto al giudice newyorchese Danny Chin di porre fine alle ostilità, lasciando al colosso californiano la possibilità di digitalizzare altri milioni di opere .
È una questione di fair use , l’uso legittimo dei contenuti previsto dalle regole sul copyright a stelle e strisce. Secondo gli avvocati di Google, la piattaforma Books non dovrebbe chiedere il permesso agli autori per la digitalizzazione e la pubblicazione di parti sostanziali delle proprie opere.
Lo stesso progetto Books non solo risulterebbe utile (ai lettori), ma anche positivo per la distribuzione digitale dei contenuti. In altre parole, gli scrittori riuscirebbero a guadagnare in notorietà per una distribuzione più estesa dei rispettivi lavori . Muovendosi nell’ambito dell’uso legittimo, Google amplierebbe la diffusione della conoscenza sul Pianeta.
Nessun danno economico agli autori, così come sottolineato dai legali dell’azienda californiana. La Authors Guild non avrebbe prove concrete sulla effettiva previsione di vendita di un solo libro digitalizzato . Gli utenti continueranno ad acquistare i volumi in maniera tradizionale, garantendo i profitti ai detentori dei diritti.
Saltato l’accordo – per decisione dello stesso giudice Danny Chin – da 125 milioni di dollari, Authors Guild era tornata alla carica agli inizi dello scorso maggio con una nuova denuncia nei confronti di Google Books. Il giudice della Grande Mela aveva dato il via libera per lo status di class action contro il gigante a stelle e strisce .
BigG vorrebbe adesso il summary judgement , nel tentativo di ottenere una rapida fine del caso. Il giudice di New York si esprimerà agli inizi del prossimo ottobre, attendendo nel frattempo la risposta da parte dei legali di Authors Guild .
Mauro Vecchio