I giganti della Silicon Valley offrono il pasto ai propri dipendenti, uno dei tanti benefit che hanno reso gli ambienti di lavoro high-tech così appetibili. Nelle indiscrezioni riportate dal quotidiano finanziario Wall Street Journal , il fisco statunitense potrebbe procurare lancinanti bruciori di stomaco a migliaia di lavoratori, improvvisamente costretti a pagare le tasse su pranzi e cene consumate in azienda .
I vertici dell’agenzia Internal Revenue Service (IRS) avrebbero infatti iniziato a studiare i benefit mangerecci offerti nelle varie sedi nazionali di società come Google o Facebook. In sostanza, il valore di un pasto (gratuito) verrebbe inserito nell’ammontare del reddito annuo di un comune dipendente , dunque costretto ad un aumento nella quota da destinare al fisco a stelle e strisce.
Sulla tassazione dei numerosi benefici aziendali è in corso un acceso dibattito tra esperti di legge e finanza. Alcuni avvocati sono infatti convinti che un pranzo gratuito non rappresenti una forma di compensazione, dal momento che ai datori di lavoro conviene che la risorsa resti in sede , sia per lo spirito di collaborazione tra colleghi che per gestire meglio le pause. Se invece passasse l’altra linea, un dipendente di BigG potrebbe arrivare a pagare tra 4 e 5mila dollari all’anno per pranzi e cene in ufficio. ( M.V. )