Era finito in manette alla tenerà età di 19 anni, nel mirino per aver orchestrato svariati cyberattacchi contro Sony Pictures, Fox e il network televisivo PBS . Un grand jury di Los Angeles ha ora formalizzato le accuse nei confronti di Ryan Cleary, il cittadino britannico associato al noto collettivo hacker Lulz Security o semplicemente LulzSec.
Oggi ventenne, Cleary avrebbe diretto in prima persona la terribile botnet che seminò il panico tra le proprietà digitali dei grandi colossi dell’ entertainment a stelle e strisce. Descritto dai federali come “un hacker molto preparato”, il giovane Ryan avrebbe capitanato i DDoS contro i siti della britannica Serious Organised Crime Agency (SOCA) oltre che della British Phonographic Industry (BPI) .
Gli stessi vertici del Federal Bureau of Investigation (FBI) sono ancora indecisi sul da farsi, ovvero se chiedere l’estradizione del ragazzo in terra statunitense. Cleary era stato arrestato da alcuni agenti della Metropolitan Police di Londra e successivamente rilasciato in stato di libertà vigilata. Veniva arrestato una seconda volta per non aver rispettato l’obbligo di restare alla larga da Internet .
Fonti locali avevano infatti riportato un incontro virtuale tra lo stesso Cleary e Hector Xavier Monsegur, il leader di LulzSec che aveva collaborato con l’FBI e dunque portato all’arresto di cinque membri del movimento. Prima dei cyberattacchi contro Sony e PBS, il giovane Ryan si era messo a capo dei rivoltosi che avevano messo fuori uso i server IRC di Anonymous .
Affetto dalla sindrome di Asperger – la stessa che ha colpito l’altra hackerstar Gary McKinnon – Cleary avrebbe non solo devastato numerosi siti, ma anche trafugato dati riservati appartenenti agli utenti registrati al sito di Sony Pictures . Al massimo della pena, il grand jury californiano potrebbe condannare Cleary a 25 anni di prigione. Non è però chiaro se l’hacker britannico sarà costretto a farsi processare negli States.
Mauro Vecchio