I nomi di quasi trenta membri della House of Representative sotto esame per violazione di condotta sono stati resi pubblici e distribuiti sui network del file sharing. Il documento che li conteneva, registrato come confidenziale dalla commissione etica che ha iniziato le indagini, avrebbe già fatto il giro del mondo e sarebbe già stato scaricato a Toronto, Washington, Los Angeles, New York e Londra.
Tali documentazioni solitamente non vengono divulgate a meno che non vi sia un’indagine formale che riguardi un’eventuale violazione della legge. Stavolta però, secondo quanto affermato dalla Camera dei Rappresentanti, sarebbe stato ottenuto in seguito ad un “incidente di cyberhacking”. In realtà l’ indagine preliminare sul caso ha rivelato che dietro alla fuga di documenti non ci sarebbe un attacco premeditato ma l’installazione da parte di un dipendente di un client P2P sul computer che conteneva anche il documento, insieme a numerosi altri simili ad esso.
Non è il primo incidente che coinvolge il P2P nella diffusione di documenti sensibili: già a luglio era stato scambiato a mezzo Limewire un file contenente dettagli del tragitto dell’auto del Presidente e le disposizioni di sicurezza per la sua famiglia. Mentre a marzo vi era stata una fuga di dati relativa a documenti riservati sul Marine One presidenziale.
E sono solo alcuni dei casi più eclatanti che stanno portando il Governo statunitense a voler intervenire sulla regolamentazione del file sharing. Solo nel mese di ottobre più di duecento documenti militari sensibili sarebbero stati disseminati a mezzo P2P.
Claudio Tamburrino