Questa la recente posizione ufficiale del Pentagono: i social network sono utili strumenti online , sia nell’ottica di una più stretta interazione interna che in relazione al rapporto tra l’agenzia e le masse esterne. Sembra essere scoppiata la pace tra il Dipartimento della Difesa statunitense e le principali piattaforme del web più social, da Facebook a Twitter.
In un memorandum reso disponibile online, gli alti vertici del Pentagono hanno sottolineato come il rapporto tra il livello di sicurezza dei network e la presenza nei vasti ecosistemi sociali si sia rivelato più che soddisfacente. In altre parole, i benefici in termini di comunicazione strategica derivanti dall’utilizzo di Facebook e compagnia sarebbero più succulenti della paura di veder compromessa la difesa dei propri canali.
E si tratta di una svolta , dato che i rapporti tra il Dipartimento della Difesa statunitense e gli strumenti di condivisione online non erano mai stati particolarmente pacifici. Già nel 2007, i vertici militari avevano bloccato la piattaforma di video sharing YouTube. Per poi passare alla blogosfera , pericolosa minaccia alla sicurezza interna a causa di soldati poco attenti alle proprie esternazioni online.
Una visione del problema che, a detta di organizzazioni come Electronic Frontier Foundation – nascondeva in gran segreto la voglia di oscurare le opinioni meno lusinghiere sull’andamento di guerre come quelle in Iraq e Afghanistan. Ma, a partire da questo momento, pare proprio che i militari a stelle e strisce potranno concedersi con una certa libertà ai non troppo misteriosi misteri del web 2.0.
Libertà con qualche eccezione . I vertici del Pentagono continueranno infatti a difendere i propri network da attacchi condotti a mezzo Internet, vietando l’accesso a quei siti legati al gioco d’azzardo e alla pornografia . Le attività online dei soldati a stelle e strisce potrebbe poi venire limitata in nome della salvaguardia di determinate missioni e per evitare che dettagli confidenziali emergano in Rete.
Mauro Vecchio