Un meccanismo ben oliato, diffuso dalla casa di produzione cinematografica Voltage Pictures dopo la proliferazione illecita del film premio Oscar The Hurt Locker . Negli Stati Uniti, migliaia di utenti BitTorrent sono stati identificati dai rispettivi provider per attività di condivisione dei contenuti in violazione del copyright. Minacciati dai legittimi titolari con uno schema dal sapore estorsivo.
Pagare una multa forfettaria – migliaia di dollari, in genere – o decidere di affrontare un lungo e tortuoso sentiero legale. Ma i vertici di Comcast, uno dei principali fornitori di connettività a stelle e strisce, sembrano averne abbastanza : gli ultimatum lanciati dai detentori dei diritti risulterebbero “inammissibili” , in particolare quelli ormai abusati da parte dell’industria pornografica.
Sono infatti note le intense attività online della casa di produzione Perfect 10 – da molti definita un autentico troll del copyright – che costringe i provider statunitensi a consegnare i dati utili all’identificazione di un determinato abbonato. I legali di Comcast hanno dunque chiesto ad un giudice dell’Illinois di annullare varie richieste di identificazione di indirizzi IP per condivisione illecita dei contenuti.
Per almeno tre motivi . Il primo, non è possibile raggruppare sotto un’unica area giurisdizionale utenti che risiedono al di fuori dell’Illinois. Una tesi già condivisa nelle aule degli States dopo il caso The Hurt Locker . Il secondo, case di produzione come Voltage Pictures o Perfect 10 non avrebbero le fondamenta legali per citare in giudizio migliaia e migliaia di scariconi, almeno non in una sola citazione di massa .
Ma è il terzo motivo a rappresentare la classica chiave di volta. Secondo Comcast, i legittimi detentori dei diritti andrebbero a sfruttare una strategia estorsiva, appunto costringendo gli abbonati a pagare per evitare guai legali. In altre parole, l’industria dei contenuti andrebbe a chiedere la cosiddetta subpoena per poi minacciare i netizen e dunque guadagnare migliaia di dollari con lo schema pay-or-else.
E un provider come Comcast, spiega, non autorizza il rilascio di dati personali utili alle minacce, alle molestie, alla violenza verbale. Violenza scatenata dalla società per adulti AF HOLDINGS che aveva trascinato in aula un gruppo di 88 misteriosi abbonati. Il giudice dell’Illinois ha infatti dato ragione ai legali di Comcast, che non sarà obbligato a consegnare le informazioni per gli ultimatum del copyright .
Mauro Vecchio