L’impatto di un attacco che comporti una fuga di dati degli utenti di una azienda IT è una questione che potrebbe riverberarsi sugli affari degli investitori: Yahoo ne ha subiti due, di dimensioni ragguardevoli, e potrebbe aver mancato di trasparenza e di tempestività nel comunicarne i dettagli a coloro che detengono quote azionarie. Per questo motivo la U.S. Securities and Exchange Commission (SEC) starebbe indagando per fare chiarezza e valutare eventuali misure da adottare.
Gli attacchi subiti dal servizio email di Yahoo resi pubblici negli ultimi mesi sono entrambi di proporzioni colossali: l’ uno ha coinvolto mezzo miliardo di account nel 2014 ed è stato comunicato nello scorso mese di settembre; l’ altro ha coinvolto un miliardo di account , si è verificato nel 2013 ed è stato reso noto a dicembre. La SEC, riferisce ora il Wall Street Journal , avrebbe avviato un’indagine per accertare che il più recente dei due attacchi, ma il primo rivelato in ordine di tempo, non fosse già noto da tempo a Sunnyvale.
Yahoo, a seguito del primo “incidente di sicurezza”, aveva comunicato alla SEC che nel 2014 era stata rilevata una intrusione da parte di cracker supportati da non meglio specificate autorità statali, senza però ammettere quello che suggerivano le indiscrezioni, vale a dire che la breccia rilevata nel 2014 corrispondesse con la breccia da 500mila utenti comunicata a settembre. È su questi dettagli che l’azienda si sta confrontando le autorità statunitensi, spiegano le fonti del Wall Street Journal , per verificare se Yahoo abbia in qualche modo sottostimato la vastità della breccia e abbia per questo motivo scelto di tacerla ad utenti e investitori.
Verizon, che nell’azienda di Sunnyvale ha annunciato la scorsa estate di voler investire con una operazione di acquisizione, ha già fatto i propri conti: pare abbia intenzione di ottenere uno sconto di un miliardo di dollari sulla cifra di 4,8 miliardi proposta inizialmente. L’indagine della SEC, che secondo il WSJ si trova ancora nelle fasi iniziali, potrebbe avere un peso sulle trattative, che nel frattempo proseguono senza posa.
Gaia Bottà