Washington (USA) – Fumata nera dal Senato federale degli Stati Uniti: l’ indagine parlamentare per analizzare il coinvolgimento di AT&T , Verizon e BellSouth nello scandalo intercettazioni , condotte dalla National Security Agency ai danni dei cittadini statunitensi, è stata bloccata .
Le richieste del Dipartimento di Giustizia sembrano essere state esaudite: l’istituzione aveva esplicitamente domandato che l’intero caso, nato da una denuncia da parte dell’associazione Electronic Frontier Foundation , venisse archiviato perché “rischioso per la sicurezza nazionale”.
Nonostante le proteste nate in seno alla società civile, il Senato ha quindi deciso di non procedere all’interrogatorio dei dirigenti dei maggiori operatori telefonici, accusati da USA Today di aver collaborato col governo all’insaputa degli utenti. Inizialmente, la Commissione Giustizia del Senato aveva inoltrato una serie di ingiunzioni per ottenere le testimonianze di AT&T, Verizon e BellSouth.
L’intervento del vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, secondo la stampa locale, è stato fondamentale ed ha spinto i senatori a desistere. Cheney, in base ad una ricostruzione fornita dall’agenzia RCR , ha infatti intimato al Senato di non approvare ulteriori indagini sul cosiddetto spionaggio domestico , in quanto i contorni dell’intera vicenda sono protetti dal segreto di stato .
In base alle denunce di ACLU , la più importante organizzazione statunitense che si batte per i diritti civili, ogni altro tentativo d’indagine privata o per conto dell’autorità delle telecomunicazioni, FCC , è adesso del tutto impossibile . Solo il Senato, infatti, poteva ottenere accesso ai preziosi fascicoli digitali che contengono i tabulati delle telecomunicazioni nazionali ed internazionali intercettate dal governo di Washington.
Il caso è chiuso?
Tommaso Lombardi