L’approccio eminentemente unilaterale alla gestione politica della rete delle reti da parte degli Stati Uniti è finito. Lo annuncia Lawrence E. Strickling, viceministro del Commercio per le comunicazioni e l’informazione che disegna per NTIA (l’agenzia ministeriale che consiglia il presidente USA in materia di Rete e telecomunicazioni) un metro maggiormente “interventista” rispetto alle regole applicate a Internet e, contemporaneamente, un peso collegiale delle opinioni del resto del mondo .
In tutte queste lunghe decadi di crescita esponenziale della Rete, delle sue dinamiche tecnologiche, economiche e sociali, NTIA e il governo USA hanno volutamente scelto di non intromettersi nelle suddette dinamiche per far sì che Internet uscisse dai laboratori delle università e si trasformasse nel rivoluzionario mezzo di comunicazione che è ora sotto gli occhi di tutti.
Era il giusto approccio da tenere, dice Strickling, per far crescere Internet e “inviare il giusto messaggio al resto del mondo”. Ora, però, “mentre noi come NTIA ci accostiamo a un ampio spettro di problemi di regolamentazione di Internet, osserviamo che ora ci troviamo nella terza generazione della creazione di politiche per Internet”.
Internet è passata dall’essere un network commerciale a un network sociale, e nel 2010 questo comporta che NTIA prenda in considerazione “più seriamente” il problema delle regole delle telecomunicazioni su protocollo TCP/IP. Gli esempi di tale necessità, continua il viceministro, abbondano e vanno dai rischi che si corrono nelle transazioni economiche con carte di credito alle infrazioni del copyright denunciate dai provider di contenuti, dalle problematiche concernenti la neutralità della rete alle volontà interventiste dei governi stranieri nei meccanismi nevralgici di funzionamento della Rete. La privacy, dicono gli ufficiali di NTIA, va ridisegnata in funzione di un web dove le “EULA” e le “privacy policy” non bastano più a rappresentare i rischi reali che si corrono online, e rafforzata di fronte al crescente interesse della raccolta di dati sensibili a fini commerciali.
Per rispondere a queste e a molte altre esigenze, NTIA e il governo prevedono che per una “Internet Policy 3.0” realmente efficace ci sia bisogno di un maggior intervento di regolamentazione concertata , una capacità di incidere sul rame vivo e la fibra delle connessioni in cui dovranno necessariamente trovare posto le discussioni tra i vari governi del mondo, le agenzie statali interessate e le più importanti istituzioni di rete.
Per governare tematiche complesse e sfuggenti come la privacy, la protezione dei netizen più giovani, la sicurezza delle infrastrutture, la protezione del copyright e la governance generale di Internet gli USA sono disposti ad abdicare al loro tradizionale ruolo di “lord” indiscusso della rete delle reti, anche se la riduzione di sovranità prevede comunque che a esprimere la parola finale su come debbano andare le cose online siano sempre e comunque gli States.
Alfonso Maruccia