Torniamo a scrivere della vicenda JEDI che nell’ottobre dello scorso anno ha visto il Dipartimento della Difesa statunitense assegnare un contratto da 10 miliardi di dollari a Microsoft per l’allestimento della propria nuova infrastruttura cloud. Una decisione viziata dalle interferenze del Presidente Trump e del suo entourage stando a quanto affermato da Amazon che per mettere in discussione la decisione ha fatto ricorso a vie legali.
Il Pentagono e il cloud di JEDI: bando viziato da influenze?
In queste ore l’ispettore generale incaricato da Pentagono di far luce sull’accaduto comunica con la pubblicazione di un report da 313 pagine di non essere stato in grado di raccogliere prove sufficienti per stabilire in modo definitivo e inoppugnabile a chi attribuire la ragione tra le parti in causa. Certe le conversazioni tra lo staff della Casa Bianca e quello della Difesa, ma non è stato possibile venire a conoscenza del loro contenuto, dunque l’assegnazione dell’incarico al gruppo di Redmond non può essere concretamente messa in discussione. Di seguito in forma tradotta un estratto piuttosto significativo dal documento.
Non siamo in grado di determinare in modo definitivo la piena portata o la natura delle interazioni che i funzionari dell’amministrazione hanno intrattenuto o potrebbero aver intrattenuto con gli alti funzionari del Dipartimento della Difesa in merito all’assegnazione del cloud di JEDI a causa del contenuto di “comunicazioni presidenziali privilegiate”.
Insomma, la collaborazione di Trump e del suo staff per far luce su quanto accaduto è stata limitata. Le due aziende direttamente interessate dall’affare Joint Enterprise Defense Infrastructure, ovvero Microsoft e Amazon, per il momento non hanno rilasciato alcuna dichiarazione in merito. È invece intervenuto Mark Esper, Segretario della Difesa, ribadendo come non vi siano state influenze esterne di alcun tipo e come la decisione finale presa dal Pentagono sia il frutto di un processo svoltosi in piena regolarità.
La vicenda è dunque tutt’altro che archiviata. Al bando per l’assegnazione avevano inizialmente partecipato anche IBM e Oracle, salvo poi vedere le proprie offerte respinte in favore di quelle dei due competitor rimasti in gara fino all’ultimo.