USA: la Cina fa guerriglia informatica

USA: la Cina fa guerriglia informatica

Il nuovo rapporto annuale della commissione USA incaricata di studiare le mosse del paese asiatico scandisce con toni duri le azioni illegali che sarebbero state commesse dalla Cina, avvertendo dell'incombente minaccia
Il nuovo rapporto annuale della commissione USA incaricata di studiare le mosse del paese asiatico scandisce con toni duri le azioni illegali che sarebbero state commesse dalla Cina, avvertendo dell'incombente minaccia

La Cina continua a spiare gli Stati Uniti in maniera illegale, insinuandosi nei computer che regolano i traffici commerciali: è questo quanto emerso dal rapporto dalla China Economic and Security Review Commission ( USCC ), organo statunitense che ha il compito di investigare sui rapporti, economici e non, tra il paese e la Cina. Secondo il rapporto , le difese statunitensi sarebbero facilmente violabili da parte di cracker cinesi, mettendo il paese e il Governo in pericolo. Ma non solo: dietro certi attacchi o minacce vi sarebbe il Governo di Pechino, che sarebbe direttamente coinvolto in strategie descritte come “guerriglia informatica”.

hacker in lotta Il rapporto annuale della Commissione parla chiaro: la Cina sta aumentando lo spionaggio contro gli USA per carpire sempre più informazioni segrete in modo da avvantaggiarsi sul rivale nell’eventualità di un futuro conflitto. Le cifre riportate sono impressionanti: solo nel 2007 si sono registrati quasi 44mila incidenti causati da cracker cinesi , interessando circa cinque milioni di computer.

Secondo il rapporto i cracker sarebbero incoraggiati dal regime stesso, con oltre 250 cracker crew spronate dall’alto affinché eseguano il loro lavoro danneggiando il rivale d’oltreoceano. I metodi e le tecnologie di attacco sfrutterebbero spesso e volentieri vulnerabilità nelle infrastrutture statunitensi sfuggendo così al “radar” dell’intelligence statunitense.

Massima attenzione è stata richiesta anche per il programma spaziale cinese: “Il paese asiatico continua a fare progressi significativi nello sviluppo dei suoi programmi spaziali, molti dei quali possono essere ricondotti ad un rafforzamento delle capacità militari” si legge nel documento. “Sebbene alcuni dei punti cruciali del programma – ad esempio quelli relativi alle telecomunicazioni, alla meteorologia e alla navigazione assistita – non abbiano intenti militari sono comunque dotati di una duplice natura, rivelandosi utili anche per altri scopi”.

Queste sono solo alcune delle accuse mosse dall’organo USA nei confronti del paese asiatico: il rapporto, 405 pagine in tutto, avverte il Congresso della minaccia cinese su più fronti, citando anche la pericolosità a livello sanitario di importare alcuni cibi dal paese asiatico. Secondo le conclusioni, la Cina sta chiaramente tentando a tutti i costi di accrescere il più possibile il proprio peso politico, grazie anche alla leadership sul mercato internazionale. Le cifre del documento parlano di valori per migliaia di milioni di dollari gestiti dal Governo cinese per scopi che rimangono poco chiari. “Piuttosto che utilizzare quel denaro a beneficio dei cittadini costruendo un degno sistema pensionistico, nonché scuole e ospedali, la Cina utilizza quei fondi soltanto per accrescere il proprio potere politico e militare” ha commentato Larry Wortzel, presidente della Commissione.

Nelle sue conclusioni, l’organo si concede numerose raccomandazioni al Congresso affinché accresca i fondi destinati alla ricerca militare, all’intelligence e ai programmi di sicurezza volti a proteggere il paese, nonché le reti telematiche e i computer stessi.

Da Pechino, per il momento, non giungono commenti ufficiali alle accuse contenute nel rapporto. L’unico a dire qualcosa sulla vicenda è un portavoce del ministro agli Affari esteri Qin Gang, secondo il quale il rapporto fatto dalla Commissione sarebbe fuorviante e minerebbe la cooperazione tra i due paesi. Un affronto definito come indegno di ricevere un qualsiasi commento.

Un botta e risposta tra le due megapotenze a cui l’opinione pubblica è abituata da tempo. Un braccio di ferro che da un lato vede una Cina sempre più forte quale potenza mondiale e dall’altro secondo qualcuno indica nelle infrastrutture informatiche degli Stati Uniti un possibile punto debole. Un’ipotesi, quest’ultima, sostenuta da tempo da legioni di luddisti di ritorno e spiritualisti come Gerald Flurry, direttore del theTrumpet : “L’America è la più grande superpotenza che il mondo abbia mai conosciuto, ma ha anche un grande punto debole nel suo sistema militare. Una sorta di tallone d’Achille che se scoperto potrebbe innescare il più grande shock nella storia bellica. Questo tallone d’Achille è la dipendenza dai computer ed affligge l’intero Occidente e in pochi anni questa debolezza potrà essere messa a dura prova”.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
26 nov 2008
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