A pochi mesi dalle rivelazioni della talpa Edward Snowden sulle attività di sorveglianza dell’agenzia statunitense NSA, un nuovo sondaggio condotto dal centro Pew Internet & American Life Project ha rilevato che l’86 per cento dei netizen a stelle e strisce ha adottato specifiche misure tecniche per nascondere o rimuovere le proprie tracce digitali .
Dalla semplice eliminazione della cronologia di navigazione – e dei cosiddetti cookie rilasciati dai vari siti web – all’adozione di strumenti di cifratura delle comunicazioni via posta elettronica, i cittadini della Rete statunitensi sembrano diventati più accorti con l’esplosione della condivisione social e soprattutto dopo una maggiore consapevolezza delle attività governative legate al tecnocontrollo.
In particolare, il 55 per cento del campione selezionato dal centro Pew Internet – poco più di un migliaio di soggetti adulti – ha deciso di nascondere le proprie attività online da occhi indiscreti, da singoli utenti terzi al governo federale. Il 68 per cento dell’utenza è convinto che le attuali leggi statunitensi non siano affatto sufficienti a tutelare la privacy sulle reti di comunicazione elettronica.
In numerosi casi , le paure dei netizen a stelle e strisce provengono da incidenti informatici vissuti in prima persona. Il 21 per cento del campione di Pew Internet ha subito la compromissione fraudolenta di un account personale di posta elettronica o un profilo social. Il 12 per cento ha invece subito molestie cibernetiche, mentre l’11 per cento ha subito un vero e proprio furto di dati personali.
Mauro Vecchio