Si tratta di risultati statistici che dipingono lo scenario su cui si combatte la battaglia per l’attenzione della platea del mercato dell’informazione. Meno di un terzo dei cittadini statunitensi impiegherebbe parte del proprio tempo per la lettura quotidiana dei giornali in formato cartaceo. Una percentuale decisamente inferiore a quella osservata solo cinque anni fa.
A rivelarlo, uno studio pubblicato dagli analisti di Pew Research Center , che ha così scandagliato le nuove abitudini di consumo d’informazione di circa 3mila cittadini statunitensi . Ma questo stesso studio non si è limitato a sottolineare quanto siano discesi in picchiata i numeri relativi alla lettura di quotidiani stampati.
In continuo aumento sarebbe infatti il consumo di notizie a mezzo web, salito al 31 per cento contando soltanto le postazioni desktop o comunque i vari siti d’informazione. Una percentuale che quindi dovrebbe aumentare fino al 44 per cento se presi in considerazione strumenti come la posta elettronica, i social network, i podcast. Ma anche contando gli accessi attraverso i vari dispositivi mobile .
Da questo punto di vista , Internet avrebbe affiancato le fonti d’informazione tradizionali, finendo con l’aumentare il tempo medio dedicato dai cittadini statunitensi al consumo generale di news. Ai 57 minuti medi impiegati per leggere quotidiani o ascoltare la radio, bisognerebbe dunque aggiungere i 13 dedicati alla lettura online. Un totale di 70 minuti al giorno in media.
“In breve, al posto di rimpiazzare le tradizionali piattaforme, gli statunitensi stanno continuamente integrando le nuove tecnologie alle proprie abitudini di consumo”, ha spiegato un ricercatore di Pew Research Center . Merito anche dei search engine, sempre più utilizzati – 39 per cento contro il 19 di appena due anni fa – dai lettori per ottenere un’informazione rapida e soprattutto tagliata su misura delle proprie esigenze.
Mauro Vecchio