Chicago (USA) – Il più importante operatore statunitense, AT&T , non è assolutamente tenuto a svelare dettagli sulle intercettazioni effettuate per conto del governo di Washington, considerate del tutto legittime nonostante le numerose proteste da parte di aziende ed utenti.
Un giudice federale ha infatti respinto la denuncia di ACLU nei confronti di AT&T: la diffusione dei dettagli sulle intercettazioni, richiesti dai legali dell’associazione in difesa dei diritti civili, è impossibile perché esporrebbe un segreto di stato . I responsabili di ACLU sono indignati: “Pensiamo che i cittadini innocenti debbano essere in grado di far valere i propri diritti e sapere esattamente come un’azienda privata, AT&T, sia riuscita a violare la privacy di milioni di persone in modo del tutto inappropriato”.
La National Security Agency , agenzia del governo statunitense che si occupa delle attività di intelligence , ha infatti ordinato le intercettazioni su richiesta del Presidente Bush, che ha proceduto senza l’autorizzazione dei giudici.
La gravità della situazione ha spinto organizzazioni come EFF , impegnate nella difesa delle cosiddette libertà digitali, a denunciare AT&T ed NSA per violazione in massa della privacy di cittadini statunitensi e stranieri. L’approccio dell’amministrazione americana nei confronti della questione, almeno per il momento, è estremamente difensivo. Le istituzioni coinvolte nella polemica hanno addirittura tentato d’insabbiare lo scandalo , finora senza risultati.
Contemporaneamente all’evoluzione della bufera sulle intercettazioni, i legislatori di Washington stanno progettando in sordina un vero e proprio Nuovo Ordine di Internet , basato sull’obbligo di backdoor governative per qualsiasi fornitore di servizi connesso alla Rete.
L’ultimissima novità in questo lento processo di mutazione genetica della Rete, capace d’influenzarne lo sviluppo a livello globale, è una proposta di legge arrivata sui banchi del Parlamento federale statunitense. L’amministrazione Bush si è infatti espressa affinché la versione definitiva della direttiva CALEA , una riforma delle leggi che regolano l’intercettazione delle linee telefoniche, renda “estremamente facile” il controllo delle comunicazioni su Internet.
Non è ancora noto se le autorità statunitensi potranno intercettare liberamente anche le comunicazioni internazionali che transitano per gli USA , senza bisogno di mandati speciali. In quel caso, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi in una posizione estremamente delicata: le attività private dei milioni d’utenti di tutto il mondo che sfruttano servizi online americani saranno esposte continuamente ad occhi indiscreti?
Tommaso Lombardi