A difesa dei diritti civili al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS), i vertici dell’ufficio statunitense Civil Rights and Civil Liberties (CRCL) hanno stabilito che i vari agenti che operano alle frontiere possono condurre perquisizioni casuali tra i bagagli e i dispositivi elettronici dei passeggeri pronti a varcare il confine. Per evitare il passaggio di beni legati a contrabbando e contraffazione, le autorità doganali non avranno bisogno di un mandato, nemmeno di un “ragionevole sospetto” di attività criminose .
In un documento sommario pubblicato sul sito governativo dhs.gov , l’ufficio a stelle e strisce non ha trovato le perquisizioni senza mandato in violazione dei principi costituzionali garantiti dal Primo Emendamento . Il controllo di bagagli e laptop permetterebbe di tutelare al meglio la sicurezza nazionale, senza alcuna ripercussione negativa sui diritti invocati da numerose associazioni attiviste come American Civil Liberties Union (ACLU).
Proprio i responsabili di ACLU avevano denunciato il governo federale per la presunta violazione dei diritti costituzionali del giovane David House, a cui era stato sequestrato un laptop di ritorno da una vacanza in Messico. Gli agenti aeroportuali allo scalo di Chicago avrebbero preso di mira il turista “senza alcun motivo concreto”, come denunciato alla fine del 2011 dagli attivisti californiani.
In base ai principi legislativi del Freedom of Information Act (FOIA), gli stessi attivisti hanno richiesto la pubblicazione dell’intero report del DHS, dal momento che le conclusioni di CRCL non sono affatto supportate da prove o dettagli concreti . Non è attualmente chiaro quali saranno le misure annunciate nello stesso documento per prevenire abusi da parte degli agenti doganali nella perquisizione transfrontaliera dei dispositivi elettronici dei passeggeri.
Mauro Vecchio