Washington (USA) – Nuovo episodio nello scandalo intercettazioni che negli ultimi mesi ha coinvolto l’amministrazione Bush: lo spionaggio domestico condotto dalla National Security Agency ai danni dei cittadini statunitensi, ordinato dalla Casa Bianca senza aver ottenuto l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, è totalmente lecito anche quando riguarda il traffico Internet.
L’ha deciso la Corte d’Appello statunitense di Detroit: la sentenza, oltre a rappresentare una sonora sconfitta per gli oppositori della campagna antiterrorismo di Bush, apre definitivamente le porte alla direttiva CALEA , legge federale che entro il 2007 obbligherà tutti gli ISP statunitensi ad equipaggiarsi di apparecchiature governative speciali per il controllo del traffico dati, così da “salvaguardare la sicurezza nazionale degli USA”.
Secondo il parere dei magistrati, l’autorità statunitense delle telecomunicazioni FCC ha il diritto di multare gli ISP che non avranno aderito alle specifiche contemplate dalla direttiva CALEA. Patrick Leahy, senatore del Partito Democratico ed ideatore di CALEA, esulta: “Possiamo finalmente aggiornare leggi antiquate ed obsolete sulle intercettazioni”, ha dichiarato alla stampa, “per estenderne la copertura all’Internet del 2006”.
Niente da fare per i numerosi esponenti delle associazioni statunitensi, a partire da American Civil Liberties Union , che si battono per i diritti civili. Molti attivisti pensano che l’amministrazione Bush stia facendo il massimo possibile per distruggere la privacy dei cittadini.
Per Jim Dempsey, responsabile del Center for Democracy and Technology , la liceità delle intercettazioni è un “rischio per tutti coloro che vogliono usare Internet ed allo stesso tempo per le aziende”, destinate a convivere con la presenza occulta del governo abilitato a spiare chiunque e dovunque.
Tommaso Lombardi