I vertici di Apptricity contro il governo statunitense, accusato di massiva violazione del copyright per lo sfruttamento non autorizzato di uno strumento software dedicato alla logistica nella tutela degli spostamenti dei soldati e al tracciamento delle forniture militari spedite nelle aree più critiche del pianeta. Dopo aver dichiarato guerra al furto della proprietà intellettuale, le autorità di Washington sono finite nel mirino dei detentori del diritto d’autore in una delicata querelle legale sulle licenze software.
Siglato nel 2004, il contratto tra Apptricity e l’esercito statunitense aveva previsto l’implementazione degli strumenti di analisi e monitoraggio su un massimo di cinque server e un totale di 150 dispositivi singoli . Ampiamente sfruttato nelle operazioni in Medio Oriente, il software logistico ha facilitato le operazioni di gestione delle spedizioni e degli spostamenti dei militari a stelle e strisce.
Nel corso di una pianificazione strategica del 2009, i vertici di Apptricity apprendevano con sommo sbigottimento che il governo USA aveva ordinato l’implementazione del pacchetto su un totale di 93 server e oltre 9mila dispositivi. Ben al di là delle condizioni contrattuali siglate con l’azienda cinque anni prima. Con 1,3 milioni di dollari da pagare per una singola licenza server e 5mila dollari per ognuno dei dispositivi, le autorità statunitensi si sono improvvisamente ritrovate con un debito da quasi 225 milioni di dollari .
Calcoli alla mano, Apptricity ha denunciato il governo federale per violazione dei termini di licenza per l’uso del suo software, chiedendo l’intera cifra. Senza arrivare allo scontro legale, le autorità di Washington hanno proposto – e ottenuto – un risarcimento forfettario di 50 milioni di dollari . Il rapporto contrattuale con Apptricity continuerà tranquillamente dopo la scaramuccia delle installazioni pirata.
Mauro Vecchio