Una lettera indirizzata a Jon Leibowitz, chairman della Federal Trade Commission (FTC) statunitense. Un gruppo di undici membri del Congresso a stelle e strisce, sei del fronte democratico e cinque di quello repubblicano. Questi i primi dettagli della nuova ondata di polemiche che si è recentemente abbattuta su Mountain View, sempre a causa delle impostazioni sulla privacy di Buzz, il nuovo social network lanciato da Google .
I congressman statunitensi si sono così uniti per chiedere ufficialmente alla FTC di aprire un’inchiesta sul nuovo tool social di BigG, colpevole di aver violato gravemente la privacy dei propri utenti iscritti. Alla base delle accuse, quello che già Electronic Privacy Information Center (EPIC) aveva spiegato proprio a FTC a metà dello scorso febbraio: Google avrebbe convertito le informazioni private e personali degli utenti Gmail in informazioni pubbliche .
La lettera a Leibowitz ha quindi riportato una vicenda di cronaca raccontata in precedenza da The Los Angeles Times . Una madre statunitense avrebbe scoperto la presenza di un account sconosciuto – poi rivelatosi tra quelli segnalati per illecite attività online a sfondo sessuale – nella contact list della figlia di 9 anni.
“A causa di un numero molto alto di persone la cui privacy online è messa seriamente a rischio da strumenti come Buzz – si legge nella lettera – crediamo che le nostre richieste fungano da mandato per una revisione delle attività di Google per quanto concerne la diffusione pubblica dei dati personali dei suoi utenti”. Critiche che si sono aggiunte a quelle espresse proprio dal commissario FTC Pamela Jones Harbour, che aveva già minacciato Google e Facebook con pesanti sanzioni.
Ma la lettera dei congressman non si è esaurita con la questione privacy legata a Buzz. Particolare preoccupazione è stata mostrata per l’annuncio dello scorso novembre da parte di BigG, che aveva fatto luce sull’acquisizione della piattaforma di pubblicità mobile AdMob. “Sembra che Google cerchi un maggiore accesso alle informazioni personali degli utenti, in particolare attraverso l’acquisizione di AdMob – si legge nel testo – Invitiamo la Commissione a capire quanto questo accordo possa pesare sulla competitività e sugli stessi incentivi di Google a tutelare seriamente la privacy”.
È vero tuttavia – e questo la lettera l’ha specificato – che FTC è già al lavoro sui dettagli dell’acquisizione da parte di BigG, che potrebbe regalarle una consistente fetta del mercato pubblicitario mobile . Analisi che ha ritardato notevolmente i termini finali della mossa strategica di Google. Intanto, un portavoce dell’azienda di Mountain View ha ricordato ai membri del Congresso le modifiche già apportate alle impostazioni di Buzz, rimanendo comunque a disposizione per eventuali nuovi suggerimenti.
Mauro Vecchio