Una lettera inviata da due membri democratici del governo USA alla Federal Trade Commission sollecita un intervento nei confronti delle VPN. O meglio, sulle modalità attraverso le quali i fornitori di questi servizi li pubblicizzano, definite senza mezzi termini “pratiche abusive”. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono i proclami in merito delle funzionalità offerte.
Le VPN sotto la lente d’ingrandimento negli USA
Il riferimento è anzitutto ai risultati di uno studio pubblicato a fine 2021 da Consumer Reports (PDF) che analizza nel dettaglio l’attività di 16 dei provider più noti di questo settore. Sono molti gli aspetti considerati: tra questi, la conformità di quanto dichiarato all’effettiva efficacia degli strumenti proposti. Riportiamo di seguito in forma tradotta un estratto dal documento ufficiale.
Nel dicembre 2021, Consumer Reports ha scoperto che il 75% dei provider VPN leader rappresentano in modo ingannevole sui loro siti i loro prodotti e la loro tecnologia. Lo fanno attraverso affermazioni esagerate a proposito della protezione che forniscono agli utenti, pubblicizzando una “crittografia di grado militare” che non esiste. Altri gruppi hanno provato che i servizi leader nell’ambito VPN distorcono intenzionalmente le funzionalità dei loro prodotti. Inoltre, non riescono a fornire una sicurezza adeguata ai loro utenti.
L’accusa: pubblicità ingannevole sulle funzionalità
L’attenzione si concentra poi su un caso d’uso in particolare, che richiama un tema in questo periodo al centro del dibattito pubblico d’oltreoceano: l’aborto. Secondo quanto si legge nella lettera, chi si affida a una Virtual Private Network per cercare informazioni al proposito o per capire come sottoporsi alla pratica, si espone involontariamente a potenziali rischi negli stati in cui è illegale, abbagliato dalle promesse di quella che viene definita senza giri di parole una pubblicità ingannevole.
Siamo profondamente preoccupati che questa pubblicità ingannevole stia offrendo, a coloro in cerca di informazioni sull’aborto, un senso fasullo di protezione. Quando questi desiderano accedere a informazioni relative alla pratica, si espongono a un rischio elevato di procedimento legale.
Il consiglio, ribadito più volte anche su queste pagine, è quello di evitare (naturalmente se possibile) l’utilizzo delle VPN gratuite, poiché talvolta gestite attraverso modelli di business che prevedono un tornaconto economico basato sull’impiego dei dati appartenenti a chi le usa. Meglio scegliere un’alternativa premium e che sappia garantire il rispetto di una rigorosa policy no-log. Tra queste, segnaliamo ExpressVPN, oggi in sconto del 35% che non salva alcun registro delle attività né delle connessioni effettuate.