Il Congresso americano vorrebbe estendere i poteri di accesso dell’FBI ai dati telematici degli utenti, una mossa che prende la forma di emendamenti alla nuova revisione dell’Electronic Communications Privacy Act (ECPA) Amendments Act of 2015 e che fa prevedibilmente discutere. Le aziende telematiche scrivono in blocco: siamo favorevoli all’ECPA ma questo genere di previsioni non sono opportune.
Le modifiche proposte dai rappresentati di Washington servirebbero ad estendere grandemente le categorie di dati accessibili dall’FBI per mezzo delle sue famigerate National Security Letter (NSL), un meccanismo che permette agli agenti federali di ficcanasare nei dati senza la necessità di passare prima da un giudice – o di avvertire l’utente interessato dell’avvenuto accesso alle informazioni.
Un meccanismo parecchio discusso che è stato più e più volte abusato in passato, sottolinea Electronic Frontier Foundation, e che con le ultime modifiche proposte dal Congresso permetterebbe di apprendere senza interferenze quali siano i siti Web visitati, gli indirizzi IP, i tempi di durata della sessione di navigazione e molto altro ancora.
Il senatore democratico Ron Wyden – che per primo ha svelato l’esistenza della nuova accelerazione sul tecnocontrollo già approvata dal Comitato sull’Intelligence del Senato USA – ha già bollato le proposte come pericolose e inutili, visto che nessuno dei soggetti interessati ha fornito prova dell’utilità delle norme per rendere gli americani più sicuri.
Anche le corporation di rete come Google, Facebook e Yahoo non hanno accolto positivamente l’iniziativa del Congresso, definendo il tentativo di ficcanasare nelle nuove categorie di dati come un abuso senza precedenti della vita intima degli utenti di rete.
Alfonso Maruccia