Quante persone sono disposte a pagare per fruire di contenuti online? Un’indagine del Pew Research Center basata sul mercato statunitense rileva che il 65 per cento degli utenti ha messo mano al portafoglio per scaricare materiale digitale o per l’iscrizione a un servizio di comunicazione digitale.
Delle 1003 persone intervistate, il 75 per cento ha dichiarato di essere utente di Internet, dato conforme, secondo gli esperti, alle percentuali sull’uso della Rete negli Stati Uniti. Lo studio non considera beni fisici acquistati in Rete ed è focalizzato esclusivamente sui contenuti digitali intangibili quali musica, software, notizie e altri tipi di pubblicazione in formato elettronico.
La maggior parte dei consumatori a pagamento online, interpellati nell’arco temporale che va dal 28 ottobre al 1 novembre 2010, spende da 1 a 10 dollari ogni mese, mentre il 68 per cento spende meno di 30 dollari ogni trenta giorni. I due beni per cui si è maggiormente disposti a pagare sono la musica e il software. Un terzo degli intervistati (33 per cento) ha risposto di aver speso denaro per acquistare musica digitale e software online. Il 21 per cento ha pagato per ottenere applicazioni mobile, mentre il 19 per cento ha comprato videogiochi. Se si combinano, dunque, le percentuali degli acquirenti di applicazioni con quelle di altri tipi di software si ottiene la categoria più ampia registrata dal sondaggio.
Per quanto concerne quotidiani e riviste digitali a pagamento o in vendita per tablet come iPad, il 18 per cento del campione ha risposto di aver pagato per contenuti del genere. Il 16 per cento per vedere film o show televisivi, il 10 per cento per gli ebook.
Analizzando i dati attraverso gli indicatori classici, si scopre che gli individui in possesso di un grado di istruzione elevato sono più propensi a spendere denaro per acquistare contenuti digitali. Il 43 per cento dei laureati nei college, infatti, acquista musica online, ma soltanto il 23 per cento di chi non ha frequentato l’università compie la medesima scelta. Per quanto concerne le discriminanti di genere, sembra che uomini e donne siano coinvolti pressapoco nelle medesime proporzioni, con un distacco del 2 o 3 per cento nella maggior parte dei casi. L’unica eccezione di rilievo riguarda l’area dei software, per cui il 40 per cento degli uomini è disposto a pagare, in rapporto al 26 per cento degli individui di sesso femminile.
In sintesi, quasi due terzi dei frequentatori della Rete ha pagato per servirsi di contenuti digitali. L’indagine Pew detiene un’importanza particolare per essere la prima condotta sul settore delle vendite online: prima d’ora non sono mai esistiti dati ad ampio spettro attestanti l’orientamento rispetto ai beni digitali in vendita in Rete. Secondo gli osservatori, tale ricerca è portatrice di buone notizie per coloro che hanno intenzione di investire nel campo dei contenuti digitali.
Cristina Sciannamblo