Un corposo documento di oltre 80 pagine è stato rilasciato dalla commissione statunitense sul furto della proprietà intellettuale (IP Commission), con una serie di proposte avanzate dall’industria dell’intrattenimento audiovisivo nella lotta alla proliferazione di contenuti in violazione del copyright.
Nel pacchetto di misure consigliate dai detentori dei diritti, una bozza d’intervento legislativo per legalizzare lo sfruttamento di software che operi contro gli scariconi del web . I vari contenuti digitali verrebbero così caricati a malware in modo da permettere l’identificazione dei downloader e chiedere riscatti con le tattiche tipiche del ransomware .
In altre parole, i singoli utenti del file sharing non riuscirebbero ad aprire il contenuto audiovisivo desiderato, un file contenente un codice malevolo che andrebbe addirittura a bloccare l’intero computer. Per riappropriarsi della propria postazione, i downloader sarebbero costretti a denunciarsi alle autorità competenti , nel disperato tentativo di ottenere la password necessaria allo sblocco di sistema.
Nel parere offerto dall’industria audiovisiva alla commissione a stelle e strisce, una proposta del genere non violerebbe alcuna legge nazionale e non calpesterebbe alcun diritto fondamentale dei netizen. I ladri di contenuti verrebbero puniti con l’infezione cibernetica, costretti a pentirsi e consegnarsi alle autorità del diritto d’autore.
Mauro Vecchio